La pagina facebook dell’assessorato alla Salute del Lazio fa sapere che sono Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita e Concetta Castilletti le donne del servizio sanitario regionale che hanno isolato il Coronavirus di Wuhan 2019-nCov.
Nella foto pubblicata sulla pagina dell’assessorato le vediamo in compagnia di Alessio D’Amato, assessore alla salute del Lazio (a sinistra), e Roberto Speranza, ministro della Salute. Francesca Colavita è la al centro: è lei la ricercatrice “precaria”: in questa pagina sul sito dell’ospedale Spallanzani si scrive che ha un “Incarico di co.co.co. per l’espletamento di attività di ricerca nell’ambito del Progetto FILAS-RU-2014-1154” per un compenso di 16726 euro (lordi, si immagina). A capo del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani c’è la dottoressa Maria Rosaria Capobianchi: 67enne nata a Procida, laureata in scienze biologiche e specializzata in microbiologia, dal 2000 lavora allo Spallanzani e ha dato un contributo fondamentale nell’allestimento e coordinamento della risposta di laboratorio alle emergenze infettivologiche in ambito nazionale, nel contesto del riconoscimento dell’istituto quale centro di riferimento nazionale. Mentre è una giovane ricercatrice Francesca Colavita, da 4 anni al lavoro nel laboratorio dopo diverse missioni in Sierra Leone per fronteggiare l’emergenza Ebola. E poi Concetta Castilletti, responsabile della Unità dei virus emergenti, classe 1963, specializzata in microbiologia e virologia. A loro si aggiungono Fabrizio Carletti, esperto nel disegno dei nuovi test molecolari, e Antonino Di Caro che si occupa dei collegamenti sanitari internazionali.
I virologi dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti in Italia, sono quindi riusciti ad isolare il virus responsabile dell’infezione. Lo spiega lo stesso Istituto sottolineando che “avere a disposizione in modo così tempestivo il virus è un passo fondamentale, che permetterà di perfezionare i metodi diagnostici esistenti ed allestirne di nuovi. La disponibilità nei laboratori del nuovo agente patogeno permetterà inoltre – continua lo Spallanzani – di studiare i meccanismi della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto del vaccino”. La sequenza parziale del virus isolato nei laboratori dello Spallanzani, denominato 2019-nCoV/Italy-INMI1, è stata già depositata nel database GenBank, e a breve anche il virus sarà reso disponibile per la comunità scientifica internazionale. Nino Cartabellotta, presidente e direttore scientifico della Fondazione GIMBE, scrive però su Twitter che il virus era già isolato dal 17 gennaio e disponibile in GenBank, prendendosela con i media che sono “troppo sensazionalistici”: in realtà è stato lo Spallanzani a comunicare che il virus era stato isolato per la prima volta.