“Alla luce delle numerose incertezze che continuano a permanere su cosa si può fare e cosa invece no in vista della fase 2, al via da lunedì 4 maggio, abbiamo pensato di predisporre un vademecum diffuso ai fedeli e a tutti coloro che ne faranno richiesta. Un modo semplice e immediato per cercare di districarsi nel contesto delle numerose norme con cui ci stiamo trovando a fare i conti in questo delicato periodo”. E’ il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa, don Giorgio Occhipinti, a evidenziarlo chiarendo che il principale comportamento da rispettare sarà quello della prudenza, adottando tutte le necessarie precauzioni per evitare i contagi. “Tra le cose che si possono fare – è scritto nel vademecum – sarà possibile andare a trovare i parenti e comprare cibi e bevande da asporto, oltre a uscire dal proprio comune, in quest’ultimo caso solo per comprovati motivi di lavoro, di salute e necessità. Non sarà possibile, invece, andare a trovare gli amici, fare riunioni di famiglia e party privati, recarsi nelle seconde case”. Sarà possibile, inoltre, spostarsi da una regione all’altra, ma solo per comprovati motivi di lavoro, di salute e necessità; tornare al proprio domicilio o residenza; fare attività fisica individuale all’aperto lontano da casa, andare nei parchi e nei giardini, con divieto di assembramento. Tra le altre cose ammesse, allenamenti da parte dei professionisti degli sport individuali, partecipare ai funerali, fino a un massimo di quindici persone, riaprire i cantieri. E’ ancora vietato, invece, andare a mangiare al ristorante; usare le aree gioco per i bambini nei parchi e nei giardini pubblici; fare attività sportive di gruppo o 1 contro 1; andare nei musei e nelle biblioteche; usare i mezzi pubblici senza mascherina; andare dal parrucchiere, barbiere o estetista; fare shopping nei negozi; andare a messa. “Tutte queste disposizioni – continua don Occhipinti – mirano ad evitare il diffondersi della pandemia. Sono misure che tutti siamo tenuti a rispettare per preservare la nostra salute. In questi giorni di grande sofferenza, continuiamo ad essere vicini, pregando, ai malati, a tutti coloro che soffrono oltre agli operatori sanitari che continuano a gestire la fase dell’emergenza in prima linea”.