Si è svolta ieri pomeriggio a partire dalle 17,00 la protesta dei ristoratori ragusani che, in piazza San Giovanni, hanno deciso di far sentire la loro voce.
E’ certamente il settore più martoriato dalla crisi sanitaria, insieme a quello delle attività turistiche. Che fine faranno le loro attività alla luce delle nuove disposizioni?
I ristoratori ragusani hanno dato vita al comitato “Ristoratori Uniti Sicilia”: ieri pomeriggio hanno portato in piazza San Giovanni una sedia vuota, simbolo dell’accoglienza. Poi, vestiti con delle tute protettive e delle mascherine contrassegnate da una “X”, hanno consegnato le chiavi della loro attività al sindaco.
La protesta vuole portare l’attenzione su più punti. La ripartenza, che per loro non è prevista a breve termine (c’è chi parla del 18 maggio, chi dellì1 giugno) e le misure che dovrebbero essere adottate. Molti ristoratori, infatti, non avranno la possibilità di distanziare i tavoli così come previsto. Alcuni, infatti, hanno locali che prevedono pochi coperti e mantenere quel tipo di distanza elimina la possibilità di servire più clienti. Tutto ciò ha una ricaduta sul personale (che inevitabilmente dovrà essere licenziato) e sulle spese di gestione. La situazione, insomma, è grave.
I ristoratori chiedono che siano trovate delle soluzioni affinchè questo settore, già in forte crisi, non muoia del tutto, mandando sul lastrico intere famiglie.