Gli scenari di mercato così come gli atteggiamenti dei consumatori sono cambiati profondamente con il Covid-19. Per questo, Federmoda-Confcommercio ha voluto scattare una fotografia della situazione pre-Covid. Secondo i dati del sondaggio di Federmoda sull’andamento delle vendite nel settore moda nei mesi di luglio e agosto di quest’anno, il 62% delle aziende ha evidenziato, in provincia di Ragusa, un calo rispetto alle entrate degli stessi due mesi del 2019. Il 22% ha registrato una stabilità ed il 16% un incremento. Il calo medio registrato è del 17% con posizioni più critiche nei centri più popolosi, che hanno sofferto di più rispetto ai centri minori ed alle località turistiche, dove si è registrata qualche soddisfazione. “Siamo molto preoccupati perché lo stallo degli arrivi di turisti amanti del bello e del made in Italy e l’eccessivo utilizzo di smartworking – afferma Daniele Russino, presidente di Federmoda Ragusa – hanno portato ad un cortocircuito dei flussi. Le nostre stime prevedono un calo di alcune decine di milioni di euro, pari al 75% dei proventi da shopping tourism che, sommato alla diminuzione delle vendite sul mercato interno, potrebbe portare complessivamente alla chiusura di cinque-sei punti vendita del settore moda, sempre riferito al nostro territorio, con un’incidenza sull’occupazione di una trentina di addetti”. “Il comparto retail, già influenzato dalla concorrenza del web – chiarisce dal canto suo il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – è una tra le principali vittime del Covid-19. Per far riprendere il settore, dunque, dobbiamo cercare di far rivivere i nostri centri, acquistando nei negozi di prossimità, che rappresentano l’anima delle città e contribuiscono a valorizzare le relazioni sociali, illuminare animi e strade, dare decoro e pulizia a vie e piazze, offrendo qualità, cordialità e professionalità. Tuttavia, servono contributi a fondo perduto e una liquidità pronta e veloce, oltre ad una necessaria riforma fiscale, per la tenuta del mercato. Le banche devono poi essere al servizio di tutti coloro che fanno impresa e non soltanto di chi può già permetterselo”.