Porgo un sentito ringraziamento al Dott. Luigi Rabito ed a tutti i medici ed agli infermieri per la preziosa opera prestata, per i sacrifici, i rischi per la vita che stanno correndo, giorno per giorno, nel tentativo di combattere una battaglia impossibile. E’ come fermare il mare. Si può arrestare il mare? Si può trattenere l’acqua tra le mani? Non mi pare possibile.
Desidero inoltre ringraziare questi Medici ed Infermieri per la loro umanità, per quello che fanno, che non fa parte del loro contratto di lavoro, ma lo fanno. Si sostituiscono ai parenti che non ci sono, stringono una mano, regalano un sorriso, dicono una parola a chi è solo, a chi non può ascoltare, e non ascolterà più, la voce del suo congiunto, dei suoi figli, a chi è segnato da un destino infame e non avrà nessuno a stringergli la mano in quel secondo che li separa da questo mondo terreno: ci sono loro, il primario, i medici, gli infermieri. Non ci possono stare i parenti. A questi professionisti, è toccata anche questa pena, come se non bastasse la gravità del compito loro assegnato, la fatica di lavorare in ambienti non adatti a queste evenienze, la mancanza di adeguati supporti che, a volte, impedisce loro, anche di recarsi in bagno per le loro necessità, per la mera impossibilità di potersi cambiare una tuta stagna, e con il rischio continuo di contaminazione. A loro è toccata questa nemesi: caricarsi il dolore, la sofferenza, l’ultimo respiro, la preghiera, il pianto, di questi poveretti. E poi la cosa più difficile: il racconto alla famiglia, con l’etica che ti impone di dire il vero, e l’amore per il prossimo che fa a pugni con la verità e cerca di dire non dicendo quello che già si comprende. Fino a quando sei costretto a dire che la battaglia già perduta è finita.
Non oso pensare quanta sofferenza, quanta tragedia alberga nelle menti dei nostri eroi, questo sono, e come tali dobbiamo trattarli.
Ho ricevuto un messaggio di ringraziamento diretto a Luigi Rabito, di una famiglia che ha contratto il virus. Mamma e figlio lievemente positivi, negativo il padre, colpito malamente il nonno, che finisce in ospedale e dopo una lunga battaglia, non ha retto la nottata e si è spento. Hanno ricevuto la chiamata di Luigi Rabito, che tutti i giorni li aggiornava sullo stato di salute del suo paziente e sui segnali simili ad una altalena. La telefonata fuori orario, è già sai che non vuoi rispondere. Mi hanno chiesto di dire grazie a tutti.
Indegnamente, ma con il cuore, mi sono detto disponibile.