E’ stata già inaugurata a Roma la celeberrima mostra “100 Presepi in Vaticano” realizzata quest’anno presso il Colonnato di Piazza San Pietro e sarà visitabile da Domenica 13 dicembre 2020 a Domenica 10 gennaio 2021. Il percorso si snoda sotto il magnifico colonnato del Bernini, per l’occasione illuminato in maniera molto suggestiva.
I presepi sono collocati all’ interno di casette di legno. Questo genere di esposizione all’aperto permette di ottemperare al rispetto delle norme anti contagio. L’evento è organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. L’inaugurazione, avvenuta il 13 dicembre, è stata animata dall’ambasciata Ucraina presso la Santa sede. Ha inaugurato la mostra S.E. Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
E anche quest’anno, a questo prestigiosissimo evento, è presente anche un po’ di Chiaramonte Gulfi, grazie ad un presepe realizzato da alcuni giovani che annualmente si cimentano nella realizzazione del presepe presso la chiesa del convento di Santa Maria di Gesù a Chiaramonte: Gianbattista Sammatrice, Alfons Ulbani e Vito Morando.
“I materiali che abbiamo utilizzato sono piuttosto poveri e facilmente reperibili: gesso, polistirene, polistirolo, legno, colori acrilici. Le murature a secco, assieme alla vegetazione,ai colori utilizzati, ai coppi siciliani e alle statuette (rigorosamente in ceramica policroma di Caltagirone) rimandano molto al nostro territorio”, ci spiegano e aggiungono: “Al centro della scena troviamo la Natività: Maria sdraiata sul fianco teneramente abbraccia Gesù Bambino, il tutto sotto lo sguardo di Giuseppe. A destra e a sinistra della povera stalla vi sono 2 scene che ritraggono due personaggi, paradigma di tutta l’umanità per la quale è arrivata la salvezza proprio per mezzo di quell’evento prodigioso che si sta compiendo. Questi due personaggi sono un uomo e una donna che Gesù incontrerà molto più tardi e in tempi e in luoghi diversi: Zaccheo e la Samaritana. Entrambi dopo l’incontro con il Salvatore ebbero una conversione fulminante che li portò a cambiare vita. Zaccheo, uomo ricco e capo dei pubblicani, è ritratto davanti la sua grande e ricca casa mentre si compiace delle sue ricchezze (non a caso reca in mano dei sacchetti di monete d’oro).
La samaritana va al pozzo a prendere dell’acqua che non la disseterà, perché la vera sete che ha bisogno di soddisfare è quella dell’anima”.
Ma qual è il significato profondo di questa realizzazione? Ci spiegano: “Quello che volevamo trasmettere è che tutti noi, come Zaccheo e la samaritana, nel momento in cui Lo incontriamo non possiamo rimanere uguali a prima. Quale migliore occasione per incontrarlo se non a Natale? La vegetazione in prossimità delle scene di Zaccheo e della samaritana è secca, mentre verdeggia in prossimità della Natività (simbolo della vita che fiorisce). Come virgulto Gesù nasce tra le aridità della vita degli uomini”.