Per la giornata di oggi resteranno in vigore le misure adottate a livello nazionale in materia scolastica. Tuttavia già alcuni comuni, come Palermo e Catania hanno deciso di chiudere in modo preventivo le scuole di ogni ordine e grado per le giornate di oggi, 8 gennaio e domani, 9 gennaio, in attesa dei provvedimenti regionali, che dovrebbero arrivare nella giornata di oggi.
Infatti, lunedì 11 gennaio è prevista la riapertura di tutte le scuole, comprese le superiori, ma nessuno sembra davvero intenzionato a prendere questa strada.
Sta di fatto che già ieri, durante la serata, è arrivata l’ipotesi che il Comitato Tecnico Scientifico della Regione ha buttato sul tavolo: l’ipotesi di una zona rossa valida per tre settimane in tutta la Sicilia e con la possibilità di mantenere in presenza soltanto le scuole dell’infanzia, mentre tutte le altre andrebbero in DAD.
Un’ipotesi che non piace a molti, in realtà, in quanto sembra davvero il solito palliativo che non risolve nulla.
L’indice RT è in aumento, i contagi sono tornati a farsi preponderanti in tutta l’Isola. Anche in provincia di Ragusa, i cui positivi erano scesi prima di Natale sotto la soglia dei 500 positivi, negli ultimi due giorni sono tornati a salire, superando i 600. La situazione, insomma, è quella che è: i contagi tornano ad aumentare e molto probabilmente la tanto temuta terza ondata arriverà prima di quanto noi possiamo immaginare. Anche se la campagna vaccinale è iniziata, sono ancora poche le persone che attualmente hanno usufruito del siero.
Ciò che stupisce davvero, è la mancanza di una progettazione a lungo termine da parte della Regione: se è vero che le scuole sono di competenza regionale, è anche vero che per pochi giorni i sindaci possono decidere di chiuderle in via precauzionale, come hanno fatto Orlando e Pogliese. Ci chiediamo perché a Ragusa, dato l’alto indice di positivi, non sia stato preso un provvedimento cautelativo di questo genere per questi due giorni, in attesa della decisione di Musumeci. D’altra parte, l’indecisione e l’approssimazione della Regione, che si riduce sempre alle ore della notte e alla vigilia delle scadenze, è a dir poco scioccante. Sono giorni che parliamo di un ritorno dei contagi e del fatto che tutti i comitati dei genitori e delle maggiori forze politiche vorrebbero che si prolungasse l’avvio delle scuole e si aspettasse almeno la fine del mese, ovvero il 31 gennaio.
Ci auguriamo che questo provvedimento arrivi al più presto per mettere fine, almeno, all’incertezza.