“La celebrazione della XXIX Giornata mondiale del malato, che ricorre l’11 febbraio 2021, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, è l’appuntamento annuale propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi di cura sia nelle famiglie da parte delle comunità parrocchiali e da parte di tutta la cittadinanza”. E’ il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa, il sacerdote Giorgio Occhipinti, ad affermarlo, sottolineando che, nell’area iblea, le iniziative in programma si terranno dall’8 all’11 febbraio. “Quest’anno – continua don Occhipinti – il nostro comune pensiero va in particolare a quanti, in tutto il mondo, patiscono gli effetti della pandemia da Covid-19 che, con la sua carica dirompente e devastante, ha spazzato via le nostre certezze effimere, su cui abbiamo fondato la nostra quotidianità, ridefinendo il significato autentico e profondo della vita e della morte. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”.
“L’emergenza – continua don Occhipinti – ha imposto delle regole, anche molto restrittive, per tutelare il bene primario della salute di tutti. Avendo allontanato i malati dai propri cari e da figure di prossimità, il personale sanitario si è trovato coinvolto in un ruolo duplice, quello cioè di esercitare la propria professione, ma anche di assistere e confortare oltre il proprio compito, per colmare il vuoto degli affetti lontani. Medici, infermieri, operatori sanitari, assistenti religiosi e lo stesso personale delle imprese di pulizie non si sono sottratti e, in alcuni casi, hanno pagato con la vita questo slancio, questo afflato caritatevole verso il prossimo. Si sono prodigati per lenire le sofferenze, per alleviare il dolore e l’angoscia. Tutto ciò è stato fatto con dedizione e nell’anonimato. Il loro atteggiamento, senza richiamare epiteti, quali eroi o angeli, è sicuramente stato esemplare, anche nelle difficoltà. La pandemia, pure nella sua tragicità, ha fatto vibrare le corde più profonde della solidarietà, della fratellanza e dell’umanità. Curare e prendersi cura sono confluiti in un’unica mission, ribadendo, nella molteplicità dei ruoli e delle competenze, la centralità della persona”.
Quest’anno a causa delle restrizioni determinate dalla diffusione epidemiologica da Covid-19, non si celebrerà la Giornata diocesana del malato in Cattedrale come gli anni precedenti, ma nei singoli presidi ospedalieri con la partecipazione di malati, medici, infermieri e operatori sanitari. Ogni singola parrocchia l’11 febbraio durante la santa messa potrà pregare per i malati e i loro curanti servendosi delle schede pastorali e liturgiche scaricabili dal sito della diocesi. Ovviamente (per motivi di sicurezza) senza la partecipazione di malati, diversamente abili e anziani. “Ricordo anche – sottolinea don Occhipinti – di evitare le visite ai malati nelle loro abitazioni (seguendo le disposizioni della diocesi) se non per somministrare il sacramento dell’unzione degli infermi. Affidiamo tutti i malati, gli operatori sanitari e coloro che si prodigano accanto ai sofferenti, a Maria, madre di misericordia e salute degli infermi perché sostenga la nostra fede e la nostra speranza, e ci aiuti a prenderci cura gli uni degli altri con amore fraterno”.