No, non è stata una Giornata mondiale del malato come quella degli altri anni. Ma, forse, proprio per questo, sono emerse sfaccettature recondite, assolutamente significative, finalizzate da un lato a evidenziare la complessità e la gravità del momento, dall’altro a sottolineare come la potenza della preghiera riesca ad avvolgere ciascuno sino a farlo commuovere. Con la fede che infonde fiducia. A Ragusa, l’ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha promosso una serie di appuntamenti che, nonostante le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria in corso, sono risultati intensi e calibrati all’accensione della speranza. Che è la medicina di cui tutti i malati, in questo momento così buio, intendono nutrirsi. Già in mattinata si era tenuta una speciale celebrazione all’Hospice dell’ospedale Maria Paternò Arezzo presieduta dal cappellano ospedaliero, il sacerdote Salvatore Giaquinta. Medici, operatori sanitari e malati si sono proposti con un cuore rosso a simboleggiare il battito di ogni vita che anela di uscire fuori dal tunnel della pandemia. Prima, il direttore diocesano dell’ufficio per la Pastorale della salute, il sacerdote Giorgio Occhipinti, aveva benedetto gli ammalati, i medici e gli operatori sanitari dell’ospedale Giovanni Paolo II con la statuina della Madonna di Lourdes, di cui ricorreva la memoria liturgica, donando a ciascuno di loro una immaginetta. Ha anche celebrato un battesimo d’emergenza per una bambina, parto gemellare con il fratellino nato morto. La Samot ha, poi, fatto uno speciale dono floreale alla Madonna. Nel pomeriggio, quindi, altre occasioni di fraternità. In portineria, sempre al Giovanni Paolo II, i componenti della sottosezione Unitalsi di Ragusa hanno animato un momento di preghiera per i malati e l’atto di affidamento alla Madonna di Lourdes. Ha rappresentato la prima delle quindici visite in programma alla Vergine. Tra i partecipanti anche i componenti dell’Aido, l’associazione dei donatori. Quindi, il Csr ha donato una tela simbolo della giornata: una bambina con a fianco delle mascherine che volano a guisa di farfalle su cui la piccola, attorniata da un campo di fiori con petali da coronovirus, soffia con l’auspicio di potersi proiettare in un domani migliore. Si è poi tenuta la celebrazione eucaristica, presieduta da don Occhipinti, al piano terra della Torre B del Giovanni Paolo II, con la partecipazione dei clown dottori dell’associazione “Ci ridiamo” su che hanno animato, con le loro testimonianze, la funzione religiosa. Audio messaggi molto commoventi. “Non era per niente facile dare vita a questa Giornata mondiale del malato – sottolinea don Occhipinti – per i motivi che tutti sappiamo. Ne è, però, venuta fuori un’edizione forse migliore delle altre perché proiettata verso la speranza, a immaginare un domani che dovrà necessariamente essere migliore dei momenti che stiamo vivendo. Ringrazio alcuni componenti dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, in particolare Antonella Battaglia, Stefania Antoci, Raffaele Schembari, Gianluca Mancuso, Rosa Giaquinta, Giovanna Di Falco, Fabio Ferrito, Mario D’Asta e tutti gli altri, la Samot, l’Unitalsi, l’Aido, il confratello don Giaquinta. Un grazie anche all’Asp 7 che ha voluto essere presente con il direttore sanitario di presidio, Giuseppe Cappello”.