Lo scorso 9 maggio è stato beatificato il giudice Rosario Livatino, primo magistrato beato nella storia della Chiesa. Il giudice fu ucciso dalla Stidda, la mafia agrigentina, all’età di 38 anni, lungo la statale che ogni mattina percorreva con la sua auto da Canicattì ad Agrigento. La scelta del giorno della beatificazione, il 9 maggio appunto, non è per nulla casuale: è l’anniversario dello storico appello alla conversione che San Giovanni Paolo II pronunciò nella valle dei templi nel 1993. Ed è anche l’anniversario dell’uccisione mafiosa di Peppino Impastato, avvenuta nel 1978 quando aveva 30 anni. La parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Ragusa ha promosso, per lunedì 7 giugno, alle 20, una conferenza sul tema “Essere credibili: la sfida del Cristiano alla luce dell’esempio del beato Rosario Livatino”. A relazionare sarà don Giuseppe Cumbo, vicario episcopale del settore ovest dell’Arcidiocesi di Agrigento e promotore di giustizia nella fase suppletiva del processo di beatificazione. “E’ un appuntamento – spiega il parroco del Sacro Cuore di Ragusa, il sacerdote Marco Diara – che ci consentirà di approfondire meglio gli aspetti che hanno condotto alla venerabilità del magistrato e, soprattutto, di tratteggiarne la figura, facendo comprendere ai fedeli che saranno presenti in chiesa per l’occasione qual è stata la particolarità del suo messaggio”. Per specifica decisione dell’arcidiocesi di Agrigento il corpo del giudice è rimasto nel cimitero di Canicattì e quindi non è stata presentata istanza di spostamento della salma, come era stato ipotizzato in un primo tempo. L’appuntamento di lunedì, che si terrà nella chiesa di Ragusa, è stato programmato seguendo le indicazioni anticovid vigenti.