Per quanto sia una delle patologie più diffuse sopratutto nei paesi industrializzati, si fa una certa fatica ancora oggi a parlare di Depressione; spesso sembra che si parli di qualcosa di spaventoso, riguardante persone che hanno perso il lume della ragione, oppure che sia solo una scusa, una giustificazione dell’ essere svogliati e pigri. Ed invece, la depressione è una vera e propria malattia, di cui non si dovrebbe avere vergogna a parlare, ma anzi, la sensibilizzazione a riguardo dovrebbe essere costante e chiara, senza mezzi termini.
Si potrebbero evitare tante perdite e tanto dolore se non sembrasse qualcosa di cui vergognarsi bensì qualcosa di cui poter finalmente parlare ad alta voce. Invece no, si deve fingere di esser stati colpiti da un’ influenza molto lunga, o di avere il ferro basso, si ricorre ai certificati medici con privacy, perchè soffrire “senza un motivo” è una vergogna.
Forse per questo, nel trattare questo tema, mi ha colpito moltissimo la vita e le opere della grande scrittrice Britannica Sarah Kane, morta a soli 28 anni, suicida, poichè si sentiva Nulla agli occhi degli altri, come se il resto del mondo le dicesse che bastava essere allegra per non essere più depressa.
Ma la depressione è un tunnel buio in cui la forza di gravità sembra comprimerti e spingerti giù, sprofondando, lentamente ed inesorabilmente. Si avverte un senso di vuoto doloroso, perchè si, il vuoto non è assenza di emozioni, ma un enorme buco nero nel petto che arde di dolore e turbamento e sembra non esserci nulla in grado di riempirlo e sanarlo. Chi soffre di depressione si sente perduto, fallito, non ha più interesse per nulla e per nessuno, è come se il mondo perdesse i colori.
Nel corso della vita tutti possono vivere un episodio di depressione, che può essere reattiva, ovvero causata da un evento esterno che provoca dolore a tal punto da flettere l’ umore verso giù per almeno quindici giorni con sintomi psico-somatici. E poi abbiamo la depressione endogena, non causata da eventi esterni ma da cause genetiche… in questo caso la depressione può cronicizzarsi e dare luogo ad un vero e proprio disturbo depressivo, il quale potrà evolversi in disturbo bipolare, ciclotimico, etc, disturbi che vedremo prossimamente.
Il caso della scrittrice Sarah Kane fu molto controverso: la sua depressione era accompagnata da una forte rabbia nei confronti delle persone che le stavano intorno, come se fossero esseri non in grado di comprendere. Lei era conscia della sua intelligenza e talento, ma si disprezzava proprio per questo, forse perchè sapeva che il suo flusso di parole era determinato da un dolore interiore…difatti in uno dei suoi versi scrisse: “mi amerete per ciò che mi sta uccidendo”. Non è il primo caso in cui una scrittrice o un artista in genere sia smosso da tormenti interiori. Certamente e fortunatamente adesso, nonostante pregiudizi ancora esistenti nei confronti della malattie e delle rispettive cure, siamo in grado di comprendere quanto sia necessario rivolgersi a delle figure competenti. Esistono numeri di emergenza, psicologi online, piattaforme di sostegno… dobbiamo costruire un mondo in cui una futura “sarah kane” non usi la sua arte solo per descrivere ciò che l’ ha portata alla morte, ma per descrivere ciò che l’ha portata alla guarigione.
“Mi guardano, mi giudicano, annusano l’ odore raggelante di fallimento che mi trasuda dalla pelle, la disperazione che mi lacera e il panico spossante che mi inonda quando resto a bocca aperta terrorizzata dal mondo e mi chiedo perchè tutti sorridono e mi guardano come se conoscessero segretamente la mia dolorosa vergogna” “Ho deciso di consegnarmi alla morte” -Sarah Kane-
Invece avrei voluto che il suo scritto terminasse così:
Tra tutti questi sguardi riesco a vedere una luce simile alla mia; finalmente non mi sento giudicata. E’ vero, mi sento molto piccola rispetto a tutta questa gente che si accinge a portare a compimento la loro grandiosa vita, ma so che il mio mondo è colorato e non più una scala di grigi, e so che nel mio mondo possono ancora far parte anime buone in grado di amarmi e lasciarsi amare. Adesso sono io a sorridere, conosco me stessa e non ho vergogna del mio cammino e dei miei errori, perchè so che ora sono leggera e come una piuma posso ondeggiare di qua e di là, e quel vuoto è finalmente un posto caldo. Ho deciso di consegnarmi alla vita. Ho deciso che posso splendere.