“La morte: un esilio? Un rimpatrio? “Gesualdo Bufalino-
Verrebbe da dire, osservando le foto di Armando Rotoletti, che essa sia un ultimo dolce riposo nella casa in cui l’ anima ha avuto dimora. Qui in Sicilia le persone care del defunto, in quella stessa casa intrisa di Vita e ricordi, si impegnano a rendere questo viaggio sacro e senza possibilità di essere macchiato da ciò che non è luce e buio insieme.
Si sa, la Sicilia è terra di Lutto e di Luce, come sosteneva G. Bufalino e come Rotoletti è riuscito a narrare attraverso i suoi scatti tutti in bianco e in nero, così voluti per mettere ancor più in evidenzia l’ afflizione, le rughe di dolore sui volti ed il gioco di ombre che riesce fortemente a trasmettere la veridicità di tradizioni permeate di dettagli, accortezze…un mondo intermezzo tra la Vita e la Morte in cui il defunto ed i cari possono ancora una volta vivere insieme, in cui la Vita e la Morte si mescolano rendendo chiaro quanto morire non sia finire bensì arrivare in un altro luogo e cambiare semplicemente dimensione esistenziale. Diventa quindi importante imprimire nella memoria -attraverso i capi neri, le foto sui muri, le messe celebrate in memoria dei morti, la prefica, il consolo-, quel momento in cui si è ancora insieme per poi lasciarsi andare, sapendo che qui nel mondo dei Vivi si è fatto il proprio dovere per dare all’ Anima il sacro saluto. Gli scatti di Rotoletti quindi, vogliono cristallizzare quegli attimi, rendendoli eterni, come diceva ancora una volta G. Bufalino a proposito della memoria: “La morte non è un futuro che ci minaccia ma un presente che ad ogni attimo conquista una porzione più ampia di noi”.
Il fotografo ha saputo poetizzare qualcosa che usualmente fa paura, ma lui ha compreso pienamente che la Sicilia è una terra in cui le ombre e la luce si sono sempre mescolate creando, non intenzionalmente, opere di immensa poesia… come il volto addolorato di una figlia e le ceneri che fluttuano tra il mare ed il cielo. Tutto è poesia in questi scatti; è memoria, è storia, è il passato che si intreccia irrimediabilmente col presente. Il dolore è l’ espressione primordiale del lutto, e i siciliani sanno che va enfatizzato, che va vissuto immensamente in quello spazio di tempo in cui il defunto va Guardato; il dolore è sacro perchè soffrire per il lutto vuol dire onorare la vita che è stata e che sarà. Infatti in questa narrazione visiva assume un grande valore il ruolo della prefica, donna che viene chiamata a piangere…perchè il lutto diventa una rappresentazione teatrale, e non perchè finta bensì perchè essenziale appunto all’ accompagnamento del defunto.
Armando Rotoletti, già noto per la sua dedizione al foto-giornalismo dagli anni Ottanta e Novanta esponendo in collettive e mostre, ha poi iniziato a collaborare con la prestigiosa azienda Grazia Neri dove è diventato fotografo-ritrattista di personaggi di cultura, spettacolo ed economia, riuscendo al contempo a dedicarsi a lavori di approfondimento sociale, come in questo caso, in cui ha percorso la Sicilia fisicamente e col cuore, per raccogliere le tracce della tradizione rimasta del lutto, con la passione di chi vorrebbe che queste Memorie non andassero perdute; la Sicilia è stata scelta perchè proprio qui il lutto viene vissuto in maniera viscerale e anche questo merita di essere raccontato e mostrato a chi ne ha vissuto ogni sfumatura, ai più giovani ma anche e sopratutto a chi vive la morte solo con formalità e come qualcosa di definitivo e prettamente terreno. Da queste forti motivazioni ha preso vita la mostra “Morte in Sicilia” – Fotografie di Armando Rotoletti, allestita all’ interno della chiesa di San Vincenzo Ferreri, Piazza G.B. Hodierna, presso Ragusa Ibla, in cui avrà casa fino al 14 novembre 2021. Le foto, 40, sono tratte dal volume “Morte in Sicilia” di Armando Rotoletti con testi di Dacia Maraini e Ignazio Buttitta, libro disponibile presso la mostra.
“Incredibile è l’ Italia: e talvolta bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’ Italia”
-Leonardo Sciascia-