Con l’ultimo fuoco sparato alle 23,50, dopo un crescendo rossiniano (ed è proprio il caso di dirlo visto che nel finale è stata proposta l’ouverture del Guglielmo Tell) grazie al fantasmagorico spettacolo piromusicale curato in ogni particolare dalla pluripremiata ditta dei Fratelli Vaccalluzzo di Belpasso, a cui ha fatto seguito il rientro al Duomo della processione con il simulacro del santo cavaliere e dell’Arca santa, si sono chiusi ieri a tarda notte i solenni festeggiamenti in onore del glorioso patrono di Ragusa, San Giorgio martire.
Solenni festeggiamenti che si possono definire in un solo modo: straordinari. In primo luogo, perché si riproponevano dopo un’attesa durata tre anni e hanno dunque raccolto tutto l’entusiasmo dei devoti e dei fedeli mai sopito in questo lungo lasso di tempo. In secondo, perché il richiamo esercitato nei confronti dei visitatori è stato incredibile e negli ultimi tre giorni Ibla ha fatto registrare presenze per decine di migliaia di unità. Poi, a rendere più caratterizzanti le celebrazioni eventi di portata storica come la processione antimeridiana di ieri mattina resasi necessaria dopo che la stessa, sabato sera, a causa della pioggia, aveva fatto rientro nella chiesa di San Tommaso e non al Duomo come accade solitamente: ed era da 40 anni che non succedeva. Insomma, sono stati ricchi di eventi i festeggiamenti della ripartenza. E se si considera che tutto è stato preparato nel giro di poche settimane quando solitamente, per la festa di San Giorgio, si lavora per un anno intero, c’è di che essere più che soddisfatti. Il parroco, il sacerdote Pietro Floridia, e il comitato dei festeggiamenti hanno voluto ringraziare tutti coloro che si sono prodigati per la buona riuscita di una serie di celebrazioni che rimarranno scritte a caratteri cubitali negli archivi della lunga storia che caratterizza la presenza di San Giorgio a Ragusa.
Anche la solenne processione di ieri, tenutasi dopo la concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, mons. Giuseppe La Placa, ha dato il senso di qualcosa di assolutamente unico, come se l’edizione della ripartenza segnasse l’avvio di una nuova stagione per questa celebrazione che unisce tutti. Durante il passaggio del simulacro, dai balconi piogge di petali di rosa per il santo cavaliere. E poi l’immancabile “ballata” affiancata dall’altrettanto irrinunciabile “Truonu viva” gridato a squarciagola dai portatori per sancire un legame indissolubile, unico, nei confronti del patrono. Insomma, neppure nella più rosea delle previsioni ci si poteva attendere un simile successo, senza dimenticare, poi, l’aspetto religioso che il parroco ha voluto strettamente correlare all’attualità e, in particolare, a quanto sta accadendo in Ucraina, con riflessioni di preghiera e con la destinazione di parte dei proventi della festa alle vittime. L’ultimo atto delle celebrazioni sarà la riposizione del simulacro, nei prossimi giorni. Mentre il 4 giugno, alle 19,30 in sacrestia al Duomo, sarà effettuata l’estrazione della lotteria locale.