E’ stato presentato ieri sera presso il circolo di conversazione di Chiaramonte Gulfi, il nuovo libro dell’ex procuratore antimafia ed ex presidente del Senato Pietro Grasso. “Il mio amico Giovanni” racconta del rapporto fra Pietro Grasso e Giovanni Falcone, la cui morte avvenuta il 23 maggio del 1992 ha lasciato basita l’Italia e il mondo intero. Un momento tragico per lintera storia italiana.
Pietro Grasso non si è limitato soltanto a fare una cronistoria di quegli anni, ma ha anche raccontato al pubblico presente il suo incontro con Giovanni Falcone, il momento in cui è stato scelto come giudice a latere per il maxi processo e alcuni episodi che lo legavano a quell’ormai mitico pool fondato da Chinnici e portato avanti da Caponnetto. Oggi, Pietro Grasso non è più impegnato in politica e il suo unico scopo, dichiara, è quello di far conoscere nelle scuole ciò che è accaduto in quegli anni: “Ho la sindrome del sopravvissuto. Per questo effettuo incontri culturali. Penso che il motivo per cui sono vivo è per tenere alta la memoria e far ricordare ai giovani chi erano i miei amici”.
A fine incontro, Grasso ha mostrato un ricordo di Giovanni Falcone: è un accendino in argento, che il giudice gli aveva dato in pegno perché avrebbe voluto smettere di fumare. Poi, la strage. Per Pietro Grasso, quell’accendino è diventato il ricordo di un caro amico e la sua fiammella, ancora oggi, accende, viva, la speranza. Pietro Grasso ha dialogato durante tutta la serata con la presidente del circolo di conversazione, Luisa Fontanella.