Sono 8.761.184,47 milioni di debiti che l’Ente Comune di Chiaramonte Gulfi ha accumulato. E si avvia, così, verso il dissesto finanziario. La giunta comunale ha approvato il 5 settembre 2023 il documento che contiene l’analisi finanziaria della situazione. Una cifra impossibile da sanare in tempi brevi e per questo si va verso la procedura di dissesto. La proposta approderà in consiglio comunale e toccherà ai 12 consigliere approvarla. E noi, ci auguriamo che tutti, con grande senso di responsabilità, lo facciano. Una posizione, quella del sindaco di Chiaramonte, Mario Cutello, coraggiosa e inevitabile. Nonostante all’inizio di sia tentato un piano di riequilibrio, non si è potuto andare oltre le intenzioni e il dissesto, a questo punto ,è inevitabile. Se il consiglio approverà, come sicuramente avverrà, verranno successivamente nominati tre commissari che si incaricheranno della gestione finanziaria dell’ente per 5 anni, avviando tutte le procedure che dovranno consentire di sanare i debiti pregressi.
Cosa significa, nel concreto, dissesto finanziario? Saranno innalzate le tariffe dei servizi comunali e si avvierà la vendita degli immobili comunali. Almeno, alcuni, come il mercato ortofrutticolo di Roccazzo, l’ex albergo La Pineta e i lotti della zona artigianale.
E’ stato proprio il sindaco ,insieme al presidente del consiglio comunale, Giovanni Noto, a spiegare alla città in un comizio pubblico cosa succederà e l’attuale situazione. E come si è arrivati a questo punto? Non è facile dare una risposta. Certamente, in 30 anni di amministrazioni che si sono avvicendate a vario titolo, il Comune non ha ottemperato a molte normative previste, fin dal 2015, del nuovo “bilancio armonizzato”. Ad esempio, il comune non aveva previsto le somme per il fondo crediti di dubbia esigibilità, il fondo rischi contenziosi, il fondo pluriennale vincolato.
Senza contare i 3.890.000 euro di debiti fuori bilancio e un’anticipazione di cassa di due milioni con la banca che svolge il servizio di tesoreria, mai rientrata.
Mario Cutello ha dichiarato che informerà la procura della Repubblica perché a suo avviso, ci sono pesanti responsabilità che riguardano la gestione precedente e in particolare l’ultima amministrazione in carica. Di certo, in 30 anni di amministrazioni di varia natura e di vario colore, molte cose sarebbero potute andare in modo diverso: la gestione dell’Ente, in alcuni casi, è stata quantomeno discutibile, nonostante ci fossero spesso critiche pesanti a quel modo di operare. Chiaramonte è una piccola città e certo quasi 9 milioni di debito fanno paura. La posizione di Cutello, seppur scomoda e difficile, è encomiabile sotto certi punti di vista: altro, insomma, non poteva fare. Siamo certi, così come ha promesso durante il comizio pubblico, che seppur ci saranno degli aumenti saranno minimi e sicuramente si troverà il modo per evitare di salassare i cittadini. Forse, il dissesto aprirà una nuova era: sarebbe il caso, infatti ,di chiudere definitivamente con certe pratiche che ricordano tantissimo gli anni 80 e 90, quando si cercava di dare qualcosa a tutti pur di non scontentare nessuno e che poco o nulla hanno giovato all’ente. Il dissesto è la prova lampante del fatto che i tempi sono definitivamente cambiati: senza ormai finanziamenti a pioggia che arrivavano dallo Stato e una Regione quasi assente, che cosa ci si poteva aspettare? Il cambio di passo, infine, è arrivato.