Promossi dall’Assessorato allo Sviluppo Economico del Comune di Ragusa, si terranno venerdì 20 e sabato 21 ottobre all’Auditorium della Camera di Commercio in Piazza Libertà gli “Stati Generali dell’Economia ragusana”.
Intitolati “Verso un nuovo modello di sviluppo”, gli Stati generali vedranno la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni datoriali e di categoria, del mondo accademico-universitario, di realtà produttive del territorio, di fondazioni, onlus, istituti di credito e della Regione Siciliana, nella persona del vicepresidente Luca Sammartino, delegato all’Agricoltura.
Avvio dei lavori alle ore 09.00 di venerdì 20 con i saluti del sindaco Peppe Cassì.
“Ripensare lo sviluppo – afferma l’assessore allo Sviluppo Economico, Giorgio Massari – non significa sconfessare valori come sostenibilità economica, ambientale, sociale, istituzionale, ovvero le impostazioni culturali che hanno caratterizzato la nostra società dalla fine del secolo scorso, quanto piuttosto “ripartire da dove eravamo rimasti” per approfondire la riflessione e riqualificare lo sviluppo sostenendo la sua “dimensione olistica”, coinvolgendo in modo sistemico, oltre all’economia in senso stretto, la società, la cultura, la politica e l’ambiente.
“Gli Stati Generali dell’Economia ragusana” vogliono essere un’occasione per mettere a fuoco i punti di arrivo della nostra economia e definire al contempo in modo chiaro i punti di partenza su cui costruire un nuovo modello di sviluppo. La società e l’economia ragusana hanno nel tempo costruito un modello virtuoso e dinamico che ha portato a considerare il nostro territorio come distinto dal resto dell’isola.
Diventa necessario ora, in un contesto economico caratterizzato da incertezze e difficoltà globali, da grandi cambiamenti culturali e da innovazioni tecnologiche che coinvolgono il modo di essere e fare impresa, mettere in campo una discussione pubblica che coinvolga tutti gli attori economici, culturali, sociali ed istituzionali per pensare insieme come affrontare le sfide del cambiamento.
Superare i limiti di un individualismo competitivo che ha caratterizzato la nostra economia per costruire un solidarismo cooperativo è possibile e necessario. Cominciare a ripensarci come comunità che pensa allo sviluppo come crescita della qualità di vita, più che della quantità di PIL, è la via per una città a misura d’uomo”.