Il saldo 2023 per le imprese ragusane resta positivo, ma non per tutti gli ambiti di attività.
Lo rivela l’ultimo report, su dati Movimpresa, diffuso dal centro studi della Cna territoriale di Ragusa diretto da Giorgio Stracquadanio.
I numeri riferiti allo scorso anno: 37.253 imprese iscritte; 31.866 attive; 1.731 iscrizioni e 1.320 cancellazioni con un saldo attivo di 411 imprese. Analizzando invece la serie storica emerge come dopo dieci anni di crescita complessiva si registri per la prima volta un piccolo calo.
Infatti, nel 2013 le imprese registrate erano 35.175, il dato è via via cresciuto fino al 2022 quando si registravano 38.063 attività. Invece, rapportando il dato del 2023 con quello del 2022 vi sono 810 attività in meno, pari ad un calo del 2,17%.
I settori economici cha hanno avvertito una certa crisi sono l’agricoltura e il commercio.
L’agricoltura rispetto al 2022 mette in rilievo un calo netto di 200 attività. Per quanto riguarda il commercio il calo è ancora più significativo. Nei fatti si è passati dalle 9.309 attività del 2022 alle 9.023 del 2023, 286 imprese in meno.
In soli due anni il settore è sceso al di sotto del dato del 2013 e pare che questo trend negativo non si arresti. Stabile, dopo uno sviluppo esponenziale, è il comparto delle costruzioni. Sicuramente le incertezze sulle prospettive dei bonus legati al settore, che hanno caratterizzato il 2023, hanno probabilmente bloccato lo stesso. Infatti, alla fine degli scorsi dodici mesi si contano 4.476 imprese, 13 in meno rispetto al 2022. Il settore su cui si concentra la crescita maggiore è quello dei servizi.
“In particolare – rileva Stracquadanio – vi è la tenuta, dopo una forte ascesa nel corso degli ultimi dieci anni, dei settori legati al turismo. Nel 2023, sono 2.395 le imprese che hanno operato nel settore ristorazione e alloggi rispetto alle 2.400 del 2022. Il settore turistico in questi anni ha determinato lo sviluppo significativo del settore immobiliare che nell’arco degli ultimi dieci anni è passato dalle 365 imprese del 2013, alle 551 del 2023”. “Altra crescita che risulta rilevante – evidenzia Vito D’Antona, componente del centro studi che si è occupato della lettura dei dati – è quella delle attività di consulenza aziendale e più in generale delle attività professionali, scientifiche e tecniche. Dalle 604 attività registrate nel 2013 si è passati alle 843 del 2023. Queste imprese sono caratterizzate dalla presenza di capitale umano qualificato che sta contribuendo in misura importante allo sviluppo del territorio”.
“La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese – chiarisce il presidente della Cna territoriale di Ragusa, Giuseppe Santocono – conferma la continua crescita delle società di capitale, passate in dieci anni da 6.217 nel 2013 alle 10.034 del 2023.
A questo sviluppo si contrappone la decrescita delle imprese individuali passate da 27.660 attività nel 2013 a 26.448 (oltre il 70%) del 2023.
Inoltre, anche nel 2023 il comparto dell’artigianato mostra una crescita, anche se lenta, ma in piena continuità con gli anni precedenti”. Il settore, dopo una lunga crisi iniziata nel 2011, che lo porta a toccare il punto minimo nel 2019 con 6.118 imprese, sta ridiventando, lentamente, un riferimento economico e una risposta occupazionale.
“L’ambito artigianale – evidenza il segretario territoriale Cna Ragusa, Carmelo Caccamo – rimane una risorsa importante a cui non rinunciare in periodi di crisi economica e di grandi evoluzioni.
Le idee sviluppate attraverso le abilità manuali vengono sempre e comunque in aiuto per apprendere nuovi strumenti per fare impresa. Il lavoro dell’artigiano è simile a quello di un programmatore di linguaggi informatici, che nel superamento di un problema trova già la domanda per il prossimo quesito”.
“In conclusione – spiega Stracquadanio – questi dati ci dicono come si stia avviando, in modo chiaro, un cambio sia del nostro modello di sviluppo sia del nostro modello organizzativo.
L’agricoltura e il commercio, soprattutto quello al dettaglio, vivono già da qualche tempo una crisi seria.
Se in questi settori non saranno innescate misure efficaci e azioni tese ad attivare un percorso di rilancio, la crisi potrà diventare strutturale. Di contro, il comparto turistico si è avviato ad essere, con ogni probabilità, il volano di un nuovo sviluppo dell’area iblea.
Lo stesso, oltre ad aver generato una crescita significativa del settore immobiliare può, per effetto domino, attivare un nuovo rilancio del comparto delle costruzioni, attualmente in fase di stasi dopo l’effetto dei bonus”.
“Ma anche il turismo – ancora Santocono e Caccamo – ha bisogno di infrastrutture e misure che ne possano determinare in modo evidente la sua affermazione, viceversa verrebbe bloccato. Ed è per questo che stiamo continuando a spenderci in questo ambito consapevoli che occorre ottenere risposte concrete sia per quanto riguarda opere già finanziate ma anche per quelle dotate di progetto esecutivo senza risorse. Occorre un grande sforzo da parte della politica”.