Una grande luce si è spenta. L’arte ragusana perde un faro. Il maestro Giuseppe Leone non è più. Manifestazioni di cordoglio da tutta Italia. Una grave perdita per la terra iblea. Il maestro Leone ha raccontato la Sicilia in bianco e nero. Ha raccontato i paesaggi, le figure, le feste, le tradizioni e le suggestioni di un’Isola che il suo “occhio” rendeva unica straordinaria. Aveva 87 anni, nato e cresciuto a Ragusa, autore di più di 50 volumi di fotografia che narrano per immagini un continente d’arte, bellezza, poesia, tradizione.
Come maturò la sua grande passione? Figlio dell’organista della cattedrale di Ragusa, ad appena sei anni comincia a seguire il padre quando si celebrano i matrimoni. Nella grande chiesa barocca resta affascinato da quegli spettacoli straordinari. Il padre avrebbe voluto che anche lui facesse l’organista, ma il ragazzo vorrebbe fare il pittore, quando, vedendo all’opera il fotografo Antoci proprio durante una cerimonia nuziale, gli chiede se può andare da lui a bottega.
Comincia così. E a 14 anni entra per la prima volta in una camera oscura. Quell’anno, il 1952, scatta già una delle sue fotografie più famose: il treno con la locomotiva a vapore che transita sul ponte sul torrente San Leonardo con Ragusa Ibla sullo sfondo. A 21 anni, acquistata la prima macchina fotografica a soffietto apre il suo studio dedicato soprattutto alla foto dei matrimoni, ma, al tempo stesso, continua un lavoro personale di testimonianza, di scavo, di indagine, al limite della vivisezione, del paesaggio siciliano che da allora non si è più interrotto.
I funerali sono in programma domani, venerdì 19 aprile, dalle 15,30 alle 16,30. Si terranno in Cattedrale. In concomitanza con la celebrazione delle esequie, a Ragusa sarà in lutto cittadino. In segno di rispetto per le esequie, è stato stabilito di esporre le bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici e di sospendere le manifestazioni pubbliche eventualmente in programma in quell’arco di tempo.