UMBERTO ECO: “Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l’Ur – Fascismo, ovvero il fascismo eterno. L’Ur – Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. L’Ur – Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme, ogni giorno, in ogni parte del mondo”.
Era il 25 aprile del 1995 ed in occasione della celebrazione della liberazione dell’Europa, Umberto Eco venne insignito di una laurea honoris causa alla Colombus University, ed in quell’occasione pronunciò un discorso in inglese, che poi tradotto divenne un libello pubblicato nel 2019 da La nave di Teseo, di cui è copertina l’immagine del nostro articolo.
“Tali caratteristiche non possono venire irregimentate in un sistema; molte si contraddicono reciprocamente, e sono tipiche di altre forme di dispotismo o di fanatismo. Ma è sufficiente che una di loro sia presente per far coagulare una nebulosa fascista”.
Nella mera impossibilità di offrire una sintesi esaustiva in un piccolo articolo giornalistico, ci soffermeremo solo su alcuni punti.
La prima caratteristica dell’Ur – Fascismo è il culto della tradizione. Il tradizionalismo è più vecchio del fascismo e nasce come reazione al razionalismo greco classico. Questa nuova cultura doveva essere sincretica per tollerare le contraddizioni. Il tradizionalismo implica rifiuto del modernismo.
Nessuna forma di sincretismo può accettare la critica. Nella cultura moderna, la comunità scientifica intende il disaccordo come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l’Ur – Fascismo il DISACCORDO è Tradimento.
Il disaccordo è inoltre un segno di diversità. L’Ur – Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la paura della differenza. I diversi, coloro che sono in disaccordo devono essere percepiti come degli intrusi. E questa è l’estrinsecazione del pensiero razzista del fascismo eterno.
A coloro che sono privi di una qualunque identità sociale, il fascismo eterno dice che il loro unico privilegio è il più comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese. Questa è l’origine del NAZIONALISMO. Il culto del nazionalismo porta l’eterno fascista ad avere, a propugnare, sempre l’ossessione del complotto. I seguaci dell’Ur – Fascismo devono sentirsi sempre assediati. Questo accentua la paura di restare soli e spinge allo sforzo per non essere diversi. Pensare, manifestare il proprio pensiero rischia di violare la “verità assoluta”, di violare i principi del sincretismo alla base del patto, del legame con il leader che l’unico interprete del sincretismo, e di essere dunque immediatamente iscritto nella lista dei diversi e messo al bando, allontanato dal gruppo dominante.
Il fascismo eterno si basa su un “populismo qualitativo”. Gli individui, in quanto individui non hanno diritti, e il popolo è concepito come una qualità, una entità monolitica che esprime una volontà comune. Ma dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv o internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo eccitato dalla continua propaganda viene scambiata come la “voce del popolo”.
La propaganda ha un ruolo fondamentale. Il regime si nutre di un consenso crescente coltivato giorno per giorno dalla propaganda: tutto va bene, tutto è perfetto, tutto è stato fatto bene, il leader è vicino al Popolo, interpreta i suoi bisogni. Il nuovo leader impone di parlare bene di tutto, di non fare emergere le dissonanze, le critiche, perché mettono in crisi il sincretismo alla base del patto fondante del gruppo.
Gli strumenti di democrazia, gli spazi della democrazia sono dunque ritenuti superati e servono solo per amplificare il culto della verità assoluta di cui è interprete e custode solo il leader.
La comunicazione assurge dunque ad un ruolo prioritario ed indispensabile. I messaggi e le esternazioni dei subalterni sono controllati e verificati dal leader.
Ionesco disse una volta che “solo le parole contano ed il resto sono chiacchiere”. Le abitudini linguistiche sono spesso sintomi importanti di sentimenti inespressi.
Anche i silenzi e le omissioni lo sono.
Libertà, dittatura. Dobbiamo stare attenti che il senso di queste parole non si dimentichi ancora, non si dimentichi mai.
LIBERTA’ E LIBERAZIONE sono un compito che non finisce mai. Che sia questo il nostro motto: NON DIMENTICATE.