Il nome Carmelina a Scicli evoca la lotta di classe, le rivolte popolari, gli scioperi contro i proprietari terrieri, la battaglia per l’imponibile di manodopera e l’occupazione delle terre. Carmela Trovato, classe 1927, la pasionaria nella vulgata ricorrente, è una memoria collettiva, traccia i percorsi di vita della società sciclitana nel periodo in cui operò donando un patrimonio che si rivolge soprattutto alle donne.
Sindacalista, comunista, femminista ante litteram, capo popolo con appena la licenza elementare, è stata ricordata nella sua Scicli nel corso di un incontro dal titolo emblematico: “Storie di Donne. Carmelina e le altre” svoltosi ieri sera a palazzo Spadaro per l’organizzazione della Cgil, della Casa delle Donne con il patrocinio del Comune e il coordinamento di Anita Giavatto.
Una mostra e un filmato di sei minuti ben sceneggiato e montato con le testimonianze del tempo hanno ricreato l’atmosfera delle memorie e dei ricordi che è nello stesso tempo identità e fedele ricostruzione storica di un periodo dove il concetto di rivendicazione faceva il paio con le necessità primordiali quotidiane della esistenza della persona e quindi quella di avere un lavoro.
Per comprendere appieno lo spirito battagliero e rivendicativo di Carmelina, per poterne valutare sino in fondo la sua azione, è necessario conoscere il contesto storico in cui è vissuta.
La famiglia abitava ai piedi dell’aggrottato di Chiafura. Come non poche si sposa a 14 anni con un attivista comunista. Quando le donne erano destinate alle faccende di casa o a lavorare per conto terzi, Carmelina prende la tessera del PCI nel 1946 e da lì comincia ad organizzare le simboliche occupazioni delle terre incolte. Diuturno lo scontro con i proprietari terrieri, l’opposizione ai sistemi di stampo mafioso e le ristrettezze liberali e sindacali del ventennio fascista con cui dovette fare i conti.
Segretaria della Federterra, ricoprì incarichi contemporanei sia in Cgil, fu segretaria della Camera del Lavoro di Scicli, dirigente, consigliera comunale e assessore del PCI, quando allora era compatibile.
Visse da guida attenta e ammirata la visita a Chiafura nel 1959 di una delegazione di intellettuali del PCI, tra questi Carlo Levi, Pier Paolo Pasolini, Antonello Trombadore, Paolo Altri, Renato Guttuso e Antonietta Macciocchi.
Non si concede soste neanche nella tarda età organizzando riunioni nei quartieri per rivendicare una migliore condizione delle donne, le carenze dei servizi, nella scuola (lei assunta come personale ausiliario) si batte contro le classi differenziali. Morirà a Scicli all’età di 89 anni.
La serata (nella foto) ha avuto un momento di grande attenzione quando Rosina Agolino, 97 anni lucidamente portati ha ricostruito alcune vicende del tempo in cui Carmelina e altre furono protagoniste di una lotta di classe che non concedeva sconti per nessuno. Il canto dell’Internazionale, con riflessi dialettali, ha reso arte all’esibizione di ottuagenarie accompagnate dal ritmo di un tamburo.
“Non solo Carmelina Trovato, commenta Peppe Scifo, segretario generale della Cgil di Ragusa, di certo la leader di una collettività tutta al femminile e di una generazione che ha determinato grandi conquiste di diritti in una terra che fino a quel momento aveva riservato solo sottomissione e sfruttamento delle classi povere. Il senso dell’iniziativa è stato quello di recuperare quella memoria per renderla fruibile e trarne insegnamento”.
L’incontro si è avvalso dei contributi storici di Margherita Bonomo, di Anita Giavatto che ha ricostruito le vicende umane e politiche di Carmela Trovato, di Melania Carrubba, presidente della Casa delle donne e Giusy Carnemolla, della casa delle donne di Scicli. Hanno dato il loro contributo Peppe Scifo, segretario
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