La disinfestazione del terreno, storicamente, in Sicilia, così come in altre parti del mondo dedite alle colture intensive, è principalmente relegata all’impiego di mezzi chimici (fumiganti) o meno frequentemente anche a mezzi fisici energia-dipendenti come l’impiego del calore (steam sterilization). Questi mezzi di lotta, oltre alle ricadute negative di tipo ambientale, presentano la forte limitazione di essere mezzi di lotta di breve durata poiché i terreni possono facilmente essere ri-colonizzati da patogeni anche in seguito alla riduzione della flora microbica competitiva. Ecco perché appare indispensabile individuare una tecnica innovativa più efficiente, versatile, sostenibile e rispettosa della flora microbica che potrebbe svolgere un ruolo determinate per gli effetti benefici a lungo termine. La tecnica di disinfestazione biologica del terreno (anaerobic soil disinfestation – Asd) consiste nel creare temporaneamente nel terreno condizioni di anaerobiosi per stimolare lo sviluppo di microrganismi anaerobi obbligati e facoltativi che in condizioni di anaerobiosi sono in grado di decomporre le fonti di carbonio disponibile, producendo acidi organici, aldeidi, alcoli, ammoniaca, ioni metallici e composti organici volatili che sono soppressivi e/o risultano tossici nei confronti di numerosi insetti e patogeni del terreno.
Sono questi i risultati a cui si è giunti con il progetto Bio Pathogens attuato nell’ambito del Psr Sicilia 2014/2022 – sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”, con capofila Sata Srl e il supporto di altri 14 partner, risultati illustrati nel corso di un convegno tenutosi a palazzo Spadaro, a Scicli. Sul tappeto la “Messa a punto e impiego della disinfestazione biologica del terreno per la gestione ecosostenibile dei patogeni tellurici del pomodoro”. Un tema assolutamente di primaria importanza per un territorio come quello della fascia trasformata come non hanno mancato di ricordare, durante i loro saluti istituzionali, il sindaco di Scicli Mario Marino e il presidente del Consiglio comunale, Angela Desirè Ficili, mentre il consigliere dell’Ordine, Vincenzo Inì, ha portato i saluti del presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Ragusa, Giuseppe Dipietro. E’ stato l’agronomo Rodolfo Occhipinti, capo area Sud Italia Sata Srl, capofila del progetto, a spiegare quali sono state le motivazioni che hanno spinto a definire un percorso destinato a tenere giocoforza conto anche di vari aspetti legati alla sostenibilità. Nel suo intervento il dottore agronomo Giorgio Carpenzano, dirigente dell’ispettorato dell’agricoltura di Ragusa, ha sottolineato che la sottomisura 16.2 del Psr Sicilia 2014-2022 nel Ragusano ha visto 7 progetti ammessi a finanziamento. Il dottore agronomo Gaetano Alessandro Guarino, consulente ProSea Srl, ha spiegato quali sono le caratteristiche del progetto “Bio pathogens management” soffermandosi, in particolare, sulle finalità che puntano a ridurre l’incidenza e la gravità dei complessi di malattia determinati dai patogeni tellurici del pomodoro oltre ad eliminare la quantità di fumiganti utilizzati per la disinfestazione del terreno.
Il prof. Giancarlo Polizzi, docente ordinario di Patologia vegetale presso il Di3A dell’Università di Catania, ha focalizzato l’attenzione proprio sulla “Gestione sostenibile dei patogeni tellurici in ambiente protetto” chiarendo che “la gestione integrata dei parassiti enfatizza la crescita di un raccolto sano con il minor danno possibile agli ecosistemi agricoli e incoraggia i meccanismi naturali di controllo dei parassiti”. E, ancora, il dottore agronomo Antonino Azzaro ha parlato della “Disinfestazione biologica del terreno e gestione integrata dei nematodi” concentrandosi sulla coltivazione fuorisuolo, sui portinnesti resistenti e, tra l’altro, sul corretto impiego delle soluzioni ad attività nematocida e nematostatica. Infine, Adriano Gennuso, ricercatore Centro di saggio Sata Srl, ha focalizzato la propria attenzione sulle attività implementate e sui prossimi sviluppi del progetto Mapei-Asd, chiarendo che si punta a modificare permanentemente il rapporto flora microbica utile/flora infestante nel suolo a favore della prima per ottenere effetti positivi a lungo termine. Dopo il dibattito, molto stimolante e interessante, le conclusioni sono state affidate al dottor Occhipinti che si è augurato la possibilità di uno sviluppo del progetto in questione.