Manco il tempo della prima partita ed è già muro contro muro tra la nuova proprietà e l’amministrazione comunale. Uno scontro, scoppiato all’improvviso, ma che covava sotto la ceneri, che, a dirla tutta, è a dir poco ingeneroso nei confronti dell’assessore allo Sport Simone Digrandi che, da settimane, si batte per dare riscontro alla società azzurra a trazione siracusana, con i presidenti Cutrufo e Coppa (nella foto).
Proprio quest’ultimo ha sbottato, dalle pagine social: “Le note dolenti di ieri: il terreno di gioco e i conseguenti infortuni; proveremo ad aprire un tavolo di confronto con l’amministrazione affinché si possa trovare un percorso condiviso per montare da subito il sintetico, meglio spostarci su un altro campo per due partite piuttosto che correre il rischio che nella stagione possano accadere altri infortuni come quelli di ieri”. Come dire, parlare alla pancia dei tifosi. I quali, naturalmente, non hanno fatto altro che acclamare il salvatore della patria. Come se a Ragusa non ci fossero state degne persone a guidare gli azzurri, stesse degne persone che, adesso, non avendo la forza economica, hanno scelto di sottostare giocoforza a tutte le scelte di chi arriva da fuori, anche le meno, come dire, eque. Ma questo è un altro discorso che merita di essere approfondito in occasioni ulteriori. Per il resto, c’è da dire che chi vuole venire a investire nella città di Ragusa ben venga. Però, un minimo dovrebbe anche comprendere come si muovono le cose nella città in cui sceglie di investire. E non certo pretendere di dettare legge.
Un modus operandi che, forse, potrebbe ritorcersi contro. Certo, al momento ci sono gli applausi dei tifosi. Che, però, come è noto, possono risultare abbastanza variabili. Alla prima folata di vento, soprattutto se i risultati non arriveranno, potrebbero modificarsi anche loro. E poi, tutta quest’atteggiamento, a ben leggere tra le righe, di spocchia a che cosa dovrebbe servire? Certo non ad aiutare gli investitori locali che magari vorrebbero spendere qualcosa in sponsorizzazioni per la prima squadra di calcio della città e che, però, rischierebbero di essere coinvolti in un progetto che si rivolge a chi amministra puntando le dita sugli occhi. A Ragusa si è abituati a operare con garbo, con gentilezza, con mediazione, rispettando le posizioni. E non certo gettando le sediole addosso, metaforicamente parlando, agli interlocutori (e questo è un altro episodio che meriterebbe di essere raccontato). Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, il punto ottenuto in casa alla prima di campionato è un brodino caldo rispetto alla prosopopea con cui si era illustrato questo progetto da mina vagante del nuovo Ragusa. Per carità, squadra anche interessante, almeno nel primo tempo.
Nella ripresa è venuta a mancare la birra in corpo. Ed è venuta a mancare quella programmazione che, per un campionato di Serie D difficile come quello di quest’anno, non può venire meno. Perché ogni partita sarà una battaglia e non bisogna mollare sino all’ultimo. Per il resto, ci sono altri aspetti che meritano di essere valutati. Ma questo, alle prossime puntate.