La polizia di Stato continua ad impegnarsi nella prevenzione e repressione dei reati, con particolare attenzione ai delitti contro la persona e ai delitti di codice rosso, nell’ottica di tutelare le persone vittime di violenza.
Nei giorni scorsi infatti il personale del commissariato di Ps di Comiso ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari in sostituzione della misura del divieto di avvicinamento alle persone offese ed ai luoghi da loro frequentati con applicazione del braccialetto elettronico a carico di un cittadino tunisino del 1978, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie, aggravati in quanto commessi in presenza dei tre figli minori.
Nello specifico, personale della squadra volante, a fine luglio, interveniva per una lite in famiglia, in quanto una donna rappresentava di essere stata minacciata con tentativi di aggressione da parte del marito che all’arrivo della volante si era già allontanato di casa.
La donna era vittima di maltrattamenti in famiglia commessi in forma aggravata da parte dell’indagato, già sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento emessa per fatti della stessa specie che in quell’occasione l’aveva insultata, aveva tentato di aggredirla con un ventilatore, nonché l’aveva minacciata di morte e spintonata sul balcone, desistendo dalle condotte violente solo per l’implorazione da parte del figlio minore.
Veniva compiuta una complessa attività di indagine, culminata in una richiesta all’Autorità giudiziaria competente di un’adeguata misura cautelare finalizzata a tutelare le vittime ed evitare che l’indagato potesse ripetere le violenze nei confronti dei familiari.
Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Ragusa, su input delle segnalazioni trasmesse dagli agenti, attesa la gravità dei fatti imputabili all’uomo, disponeva la misura del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico, successivamente sostituita con la misura cautelare degli arresti domiciliari.