Al termine della camera di consiglio iniziata alle 9,30 e durata oltre tre ore, la Corte di Assise di Siracusa (presidente Tiziana Carrubba, a latere Carla Frau) ha condannato alla pena di 30 anni di reclusione ed al pagamento del risarcimento dei danni per i familiari pari ad un milione e 200 mila euro il pensionato Mariano Barresi (nella foto), 67 anni, nato a Monterosso Almo, accusato dell’omicidio pluriaggravato della cognata Rosalba Dell’Albani, avvenuto il 4 marzo dell’anno scorso a Giarratana.
Le motivazioni entro 90 giorni. Il pubblico ministero Gaetano Scollo venerdì aveva chiesto 28 anni di reclusione senza le attenuanti generiche ma escludendo le aggravanti della premeditazione, motivi abietti e crudeltà. La parte civile aveva chiesto il massimo della pena ed il risarcimento danni pari a 2 milioni e duecentomila euro con provvisionale di un milione e mezzo di euro. A rappresentare i familiari della vittima, il marito ed i tre figli, sono gli avvocati Gianluca Nobile e Mariachiara Mollica. Il pm si è concentrato quasi esclusivamente sulla mancanza di turbe mentali citando i consulenti di parte civile. L’imputato è difeso dall’avvocato Sergio Crisanti.
Il legale ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche alla luce della confessione resa da Barresi che ha indirizzato le indagini escludendo dall’istruttoria gli altri familiari. Nell’ultima udienza istruttoria stati sentiti in aula i consulenti tecnici. Si tratta della psichiatra messinese Patrizia Grilli, del professore Eugenio Aguglia e del medico legale Giuseppe Ragazzi, nominati dalle parti civili e del consulente dell’imputato. La Corte d’Assise di Siracusa ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dall’avvocato Sergio Crisanti scrivendo in ordinanza che tutta l’istruttoria svolta, sia testimoniale che documentale, non lascia emergere necessità di disporla. Il medico legale Giorgio Spadaro, il ctu che ha eseguito l’autopsia, ha dichiarato che la vittima è morta per un unico colpo alla carotide che è stata recisa quasi completamente, che la ferita ha lasciato un segno come una “elle” invertita, che non c’erano segni di difesa, che la ferita era mortale, che la signora è svenuta in pochi secondi a causa della forte emorragia ed è morta nel giro di 10 minuti.