Nel delicato equilibrio dell’esistenza, dove l’effimero si intreccia con l’eterno, l’arte danza con la vita e l’anima dialoga con la psiche. È così che prende vita lo spettacolo Chi è io?, un’opera che si presenta come un enigma, avvolto nella nebbia impenetrabile della coscienza umana. Ha esordito in questi termini, venerdì scorso, la nuova stagione teatrale del Duemila con protagonista Francesco Pannofino e con la partecipazione di Emanuela Rossi, Eleonora Ivone e Andrea Pannofino. La scrittura del testo e la regia sono di Angelo Longoni. Il lavoro di quest’ultimo, pur cercando di navigare qua e là tra i flutti dell’umorismo, affonda le sue radici in una complessità di temi a dir poco impegnativi. La rappresentazione, attraverso un intricato labirinto di riflessioni e contraddizioni, ha inteso guidare gli spettatori in un viaggio verso l’abisso della mente, dove le domande più profonde dell’essere umano possono trovare possibili risposte.
Lo spettacolo ha esplorato la contrapposizione tra l’illusorio mondo della televisione e la cruda realtà della vita, ripercorrendo la ricerca dell’identità umana e del suo significato nelle esperienze quotidiane. La trama si è snodata attraverso interviste televisive, sedute terapeutiche e momenti di introspezione del protagonista Leo Mayer, uno psicoterapeuta e scrittore le cui opere suscitano ampio dibattito nel pubblico, il quale, nell’intervista televisiva, offre una visione complessa e stratificata della propria esistenza. L’obiettivo dello spettacolo è stato quello di suscitare una riflessione su tematiche esistenziali cruciali: cos’è l’anima, chi siamo veramente, cosa vogliamo e qual è il nostro destino?
In questo contesto, Leo Mayer assume un ruolo simbolico, paragonabile a quello di Virgilio per Dante, fungendo da guida attraverso cui è possibile esplorare gli abissi della nostra coscienza e intraprendere il viaggio alla ricerca della verità passando attraverso le nostre esperienze personali. Come Virgilio accompagnò Dante nell’oltretomba, così Mayer conduce il pubblico in un percorso di autoesplorazione e ricerca interiore, illuminando le vie nascoste dell’esistenza e invitando a confrontarci con i grandi enigmi della vita. La regia di Longoni è stato un ambizioso tentativo di cercare di amalgamare le diverse sfaccettature narrative. Uno spettacolo apprezzato dal numeroso pubblico presente che ha applaudito in modo convinto le performance sul palco dei vari protagonisti. Modo migliore per iniziare la stagione, dunque, non poteva esserci.