Va avanti a ritmo serrato l’istruttoria davanti al giudice monocratico del Tribunale di Ragusa, nel processo per Mario Chiavola (nella foto), presidente dell’associazione politico culturale, “Ragusa in movimento”, per il cosiddetto saluto romano. Ieri è stato sentito l’imputato, difeso dall’avvocato Michele Savarese, finito davanti al giudice onorario Francesca Aprile perché insieme ad altri “durante la manifestazione pubblica del movimento politico denominato Casapound Italia, organizzata per commemorare Sergio Ramelli, compiva una manifestazione esteriore propria di organizzazioni o gruppi inequivocabilmente diretti a favorire la diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale etnico, consistita nel cosiddetto ‘saluto romano’ e nella chiamata del presente”. Chiavola ha detto in aula che la manifestazione era solo commemorativa per ricordare un ragazzo di 18 anni aggredito sotto casa il 13 marzo di 50 anni fa. Ramelli è morto dopo quarantasette giorni di agonia.
“Nessun odio razziale o omofobo ma solo il ricordo di un ragazzo ucciso”. L’udienza è stata aggiornata al 12 giugno per sentire quattro testi della difesa: Giuseppe Iacono, coordinatore Casapound Italia di Ragusa, Fausto Ventura e Simone Di Stefano, rispettivamente all’epoca coordinatori di Casapound Comiso e Casapound Nazionale Comiso, oltre allo storico Giuseppe Luigi Parlato.
Già prodotti dalla parte civile, oltre il video dell’evento del 29 aprile 2021, gli articoli di stampa sull’episodio e la recente sentenza di condanna di un altro partecipante. Già sentiti gli agenti della Digos di Ragusa e Siracusa ed il senatore Gianni Battaglia. Tutti hanno confermato la presenza ed il ruolo di protagonista dell’imputato nel rito del presente e del saluto romano.
L’inchiesta è partita dalla denuncia promossa dell’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia presieduta dal senatore Gianni Battaglia. L’Anpi provinciale si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Mimmo Barone. Due mesi fa per gli stessi fatti un siracusano di 45 anni è stato condannato in Tribunale con l’abbreviato a due mesi di reclusione e 100 euro di multa con la sospensione condizionale. L’aretuseo dovrà risarcire la parte civile in separata sede oltre a pagare le spese sostenute dalla stessa pari a 2.500 euro.