Processo Mare Jonio, la procura di Ragusa chiede il rinvio a giudizio. E’ stato formulato dopo oltre due ore e mezza di intervento del pubblico ministero Santo Fornasier. La richiesta riguarda tutti gli imputati. L’avvocatura dello Stato e la rappresentanza del ministero dell’Interno si è uniformata alle richieste del pm che riguardano anche la sospensione della decisione in attesa che si pronunci la Corte di giustizia europea sul perimetro della norma sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che potrebbe avere delle ripercussioni proprio sul capo di imputazione principale e che si presuppone possa determinarsi entro l’estate.
Intanto, questa mattina, è andata in scena l’ultima udienza preliminare al Tribunale di Ragusa. Sarà il gup Eleonora Schininà a dovere decidere sul rinvio a giudizio o meno per quanto riguarda il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato per trarne un profitto nei confronti di Pietro Marrone, comandante della Mare Jonio, di Alessandro Metz legale rappresentante della Idra social shipping, società armatrice della nave, di Giuseppe Caccia vicepresidente del cda della Idra e capo spedizione, Luca Casarini, dipendente della società ma che gli inquirenti ritengono essere amministratore di fatto, e i tre componenti di equipaggio Agnese Colpani, medico; Fabrizio Gatti, soccorritore, e Geogios Apostolopoulos, tecnico a bordo, la cui posizione per difficoltà a notificare gli atti viene stralciata. A Marrone, Caccia, Casarini e Metz sono contestate anche irregolarità in merito alle norme del Codice della navigazione. La vicenda risale a settembre del 2020 quando la Mare Jonio, nave dell’armatore Idra social shipping e strumento per il soccorso in mare della Mediterranea Saving humans, che non è coinvolta nel procedimento, si era recata al largo di Malta per effettuare dei controlli medici a bordo della Maersk Etienne proprio su richiesta della stessa nave, una portacontainer battente bandiera danese. La portacontainer, 38 giorni prima, aveva soccorso una piccola imbarcazione con una trentina di migranti a bordo. Era stata attesa invano l’autorizzazione allo sbarco delle persone salvate restando al largo di Malta. La situazione si sblocca con l’arrivo della Mare Jonio che, dopo i controlli medici dei migranti, decide di prendere gli stessi a bordo per motivi medici. Per alcuni di loro, prima di arrivare a Pozzallo dove la nave è destinata allo sbarco, viene disposta una evacuazione medica urgente. A distanza di qualche mese da quello sbarco, secondo la tesi della Procura, ci sarebbe stato da parte della Maersk il pagamento di 125.000 € per una fattura che avrebbe avuto come causale il pagamento alla ditta di servizi resi in acque internazionali. Secondo le difese, invece, si sarebbe trattato di un’operazione commerciale e non di un salvataggio di persone in difficoltà sia fisica sia psicologica che a bordo della porta container, sempre secondo quanto asserito dalle difese, avrebbero tentato in alcuni casi anche il suicidio. Particolarmente commosso, oggi in aula, il comandante Marrone, figlio di una famiglia di pescatori, che ha ribadito, così come gli altri che sono stati sentiti, la necessità e il dovere di salvare chi in mare si trova in difficoltà.