Si chiamava Forza Italia. Adesso si chiama CENTRO. Ed i propri aderenti si chiamavano azzurri. Sul logo campeggiava una scritta che ha fatto la storia di questo Paese: Berlusconi presidente. Dopo anni, il trend sembra tornare a favore dei forzisti, che giorno dopo giorno recuperano sui sondaggi. Tanto da far riprendere ossigeno alla famiglia del Berlusca dove, da qualche annetto, cova il progetto di ritornare a fare politica in prima persona.
Ci aveva fatto un pensierino Marina, che tutti danno come il capofamiglia, ma come ha insegnato papi non si fa nulla senza i sondaggi, allora ecco che spunta Piersilvio. Attraente, basso profilo, mai una parola di più, nessuno scandalo sulle spalle, tutto patria, chiesa e famiglia, e tanto, tanto, lavoro. E’ una bella immagine che piace agli italiani forse un pelino di più della sorella. Ricorda il padre da giovane che è stato foriero di tanti successi. Potremmo discutere all’infinito, ma voi riuscite ad immaginare 007 vestito da donna?? Berlusconi è come 007! Deve essere masculu.
Nino Minardo a casa Berlusconi è molto conosciuto ed apprezzato. Un ritorno della famiglia in politica significa riprendere i rapporti, mai interrotti, e soprattutto pensare ad una nuova classe dirigente, credibile, obiettivamente identificabile come classe politica NUOVA e priva di censure e vizietti vari, che possano di seguito provocare scandalo nell’opinione pubblica. Così il presidente della commissione Difesa, che ha certamente meritato per sobrietà, serietà e produttività, è di tutta evidenza che fa parte del progetto. Parla per primo Berlusconi che lancia un tema: occorre allargare il perimetro a centro, e fare cose che la gente possa apprezzare per cose concrete e semplici. Gli fa eco subito Nino Minardo: questo Paese ha bisogno di più centro e meno di destra oltranzista. Come dire me ne vado dalla Lega perchè sto facendo squadra con i miei amici di sempre.
Infine ecco il terzo: Cassì Giuseppe detto Peppe. Tiratore dalla lunga distanza, sempre concentrato, distrae gli avversari con quella flemma falsa, ma credetemi sotto è molto attivo e propulsivo. E’ riuscito a nascondere le sue ambizioni, assolutamente legittime, alla classe dirigente locale, convinta che Cassì era una meteora che passava e si spegneva. Il capitano invece ha preso appunti ed ha imparato strada facendo ed adesso è pronto per fare il salto. Palermo o Roma: si vedrà. Intanto occorre prepararsi e forgiare un’armata che regga l’urto. Si perderanno altri pezzi per strada, ma il dado è tratto e non si torna indietro.
E così Cassì è il terzo ad esternare e pronto al percorso: il centro è un luogo di incontro tra i moderati e credo molto nella salvaguardia dei diritti. Cita Tajani, ma abbiamo certezza che il Nino nazionale, quarta carica dello Stato, è il ponte. E’ fatta. Si proceda. La collettività politica fantastica e scommette su un insuccesso. La gente incredula attende di capirne di più. I problemi restano irrisolti sul tavolo. E gira e rigira non mi pare che si facciano passi avanti. La percentuale di elettori sarà ancora più bassa del solito. E però il tiratore è lì, si è smarcato dalle difese asfittiche della politica che se lo contendeva con promesse mirabolanti, ma certezze nessuna.
Lo voleva Dipasquale, che gli ha fatto da stampella per il piano regolatore e nei momenti critici, lo voleva Giorgio Assenza che per lui litigò con il fido Maurizio Tumino, lo voleva Raffaele Lombardo, che vuole andare in Forza Italia, ma come alleato e non come suddito, e voleva Cassì per attrezzarsi meglio ed avere una peso specifico maggiore. Lui ha dato buone speranze a tutti, ha saputo prendere da tutti, ma poi ha fatto la scelta sua. Obiettivamente si può non essere d’accordo con Forza Italia, ma è stata la scelta giusta. Il partito nelle mani della solita cricca ritorna ad essere meta credibile di moderati, progressisti, liberali. Adesso poveretti cercano di trovare un salvagente. Proveranno a fare accordi con Cassì per una resa condizionata e con l’onore delle armi. La storia ci dirà.