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Ragusa, il bilancio della quinta edizione del festival “Barocco&Neobarocco”

Le mostre rimarranno aperte fino al 29 giugno e le installazioni urbane continueranno a dialogare con lo spazio pubblico anche nei giorni successivi

by Redazione
26 Giugno 2025
in Cultura
Ragusa, il bilancio della quinta edizione del festival “Barocco&Neobarocco”
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La quinta edizione del Festival Barocco&Neobarocco, diretto da Roberto Semprini, si avvia verso la conclusione del suo programma attivo di incontri e conferenze, ma il festival continua a vivere in città. Le mostre rimarranno aperte fino al 29 giugno e le installazioni urbane, che hanno trasformato il centro storico in un laboratorio a cielo aperto, continueranno a dialogare con lo spazio pubblico anche nei giorni successivi. Riconosciuto come una delle iniziative culturali più originali del panorama nazionale, il Festival si conferma un ponte creativo tra la tradizione barocca e le visioni contemporanee, capace di coinvolgere arte, design, architettura e moda in una narrazione corale e condivisa.
Tra le novità del 2025, la realizzazione di un festival diffuso, aperto e in dialogo con la città. Questa edizione ha scelto consapevolmente di uscire dai palazzi per abitare le piazze e gli spazi aperti della città, portando le installazioni a contatto diretto con il pubblico. Il videomapping sulla facciata della di San Giovanni ha arricchito l’architettura sacra della Cattedrale con suggestivi decori barocchi in movimento. Sempre in piazza San Giovanni, due imponenti installazioni firmate da Nerosicilia, azienda di Comiso nota per il recupero artistico della pietra lavica e della pietra pece, hanno portato a Ragusa opere già esposte al Fuorisalone di Milano, nel cuore di Brera, rafforzando il legame simbolico e progettuale tra le due città. Rimanendo in centro storico superiore, fino al 30 settembre, in Piazza Matteotti sarà visitabile l’installazione dell’architetto Gaetano Manganello, che propone una riflessione concreta sulla rinascita dei centri storici attraverso una selezione di progetti virtuosi, capaci di coniugare identità e rigenerazione urbana. Il padiglione ha ospitato durante il festival gli interessanti confronti sulla rinascita dei centri storici italiani con gli interventi di amministratori, professionisti e rappresentanti della comunità iblea. Adesso rimarrà a disposizione della Città per una fruizione condivisa.
Impegno confermato dal successo delle installazioni e delle collaborazioni artistiche. Grande risonanza ha avuto infatti l’installazione grafica firmata dall’artista Carlo Coniglio, realizzata sulla salita del Duomo: un intervento visivo potente, ispirato all’estetica del neobarocco, che ha trasformato la celebre scalinata in una tela urbana d’impatto. Il lavoro, divenuto rapidamente virale sui social, ha generato centinaia di condivisioni e immagini da parte di cittadini e turisti, diventando un’icona visiva del Festival. La sua forza comunicativa ha suscitato curiosità e dibattito anche al di fuori del pubblico tradizionalmente legato al mondo dell’arte e dell’architettura, contribuendo così ad amplificare il confronto su cosa sia oggi il “neo barocco”. Una sorta di remind visivo, accessibile e immediato, che rafforza il dialogo avviato nelle conferenze e invita anche chi non vi ha partecipato a interrogarsi sul senso della reinterpretazione contemporanea del Barocco. Allo stesso modo, le fotografie di Barbara Vicari lungo Corso 25 Aprile a Ibla hanno incuriosito e coinvolto i visitatori, con l’enigmatica figura mascherata che omaggia l’estetica barocca in chiave pop e ipercontemporanea. Di qualità anche il contributo musicale del concerto “Echoes barocchi”, tenuto presso la chiesa di San Vincenzo Ferreri da giovani musicisti del Conservatorio di Catania, con un repertorio capace di rileggere le sonorità barocche in modo originale e contemporaneo. “Questa edizione – dichiara il promotore del festival, Gianni Leggio – rappresenta un passo in avanti importante per aprire il festival alla città, creando occasioni reali di dialogo con le istituzioni impegnate nel rilancio dei centri storici, con la comunità locale e con il mondo dei professionisti. Un lavoro condiviso che si propone di crescere in questa direzione con coerenza e visione”. Come detto, le mostre saranno visitabili ancora per tutto il fine settimana. All’interno di Palazzo Cosentini hanno trovato spazio le opere l’architetto coreano Byoung Cho, direttore della Biennale di Architettura di Seoul, e degli artisti Pietro Russo, Sergio Fiorentino e Sandro Bracchitta – quest’ultimo presente anche con sculture alla Vecchia Cancelleria. “Installazioni che, secondo i critici intervenuti, si collocano qualitativamente nel solco delle grandi esposizioni internazionali, come la Biennale di Venezia”, ha dichiarato il direttore artistico Roberto Semprini che ha aggiunto: “Il Festival prosegue quindi nella sua vocazione di costruire ponti tra Ragusa e il resto del Paese, tra il mondo dell’impresa e quello della ricerca. Quest’anno sono stati coinvolti gli Ordini degli Architetti di Ragusa e Siracusa, l’Ordine degli Ingegneri di Ragusa oltre a realtà scolastiche e accademiche: il Liceo Artistico di Ragusa, partner ormai consolidato, ma anche istituzioni di rilievo nazionale come l’Accademia di Brera, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Abadir e Hamir di Catania. Un ecosistema culturale che mette in rete studenti, professionisti e aziende per immaginare nuove forme di progettualità legate all’identità barocca”. “Certo, festival così specialistici hanno inevitabilmente un pubblico selezionato, ma grazie alla qualità delle proposte e a un maggiore impatto visivo negli spazi pubblici, si sta aprendo sempre di più. Il nostro obiettivo resta quello di produrre cultura che lasci un segno, qui e altrove”, ha detto ancora il direttore artistico del Festival. Da Ragusa si è voluto realizzare un momento di riflessione per la città e per il Paese. L’edizione 2025, con il sottotitolo “Rinascita: architettura e urbanistica”, ha dato un forte impulso al dibattito sulla rigenerazione urbana, mettendo al centro la necessità di una visione condivisa e strategica per il futuro dei centri storici. “Gli appuntamenti in piazza Matteotti hanno rappresentato un momento importante di confronto tra architetti locali e nazionali, rappresentanti istituzionali e cittadini, un dialogo che riteniamo fondamentale per attivare processi concreti di trasformazione. In questa nuova veste il festival ha dimostrato di poter essere un catalizzatore di idee e collaborazioni, uno spazio dove istituzioni, progettisti e cittadini possono incontrarsi per costruire insieme una prospettiva di rinascita”, ha evidenziato il curatore della sezione architettura, Gaetano Manganello. Quest’anno il festival ha avuto una interessante anteprima: la presentazione del volume “E tutto cominciò dalla spirale” dello stesso Roberto Semprini, architetto, designer e docente, che si è svolta domenica 22 giugno all’interno del programma del festival letterario “A Tutto Volume”. “Un primo, importante esempio di collaborazione tra due manifestazioni culturali che condividono la visione di una città aperta, creativa e in movimento”, conclude Roberto Semprini. L’edizione 2025 è stata possibile grazie al sostegno di ARS, Libero Consorzio ibleo, Comune di Ragusa, Soprintendenza di Ragusa. Un percorso possibile anche grazie all’impegno e alla condivisione di importanti sponsor locali del calibro di Iblea Legnami, GL Costruzioni, Siet, Leggio Ferramenta e GMD Agosta.

Redazione

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