La consigliera fascista di Ragusa chiede la revoca dell’espulsione dal Movimento 5 stelle, decretata dallo staff di Beppe Grillo dopo alcuni suoi post su Facebook inneggianti al Ventennio. “Dal 2010, ovvero da quando sono iscritta su Fb, il 25 aprile pubblico che non festeggio, in quanto non siamo in un paese libero, siamo in un paese dove le banche hanno un potere dittatoriale nella nostra vita”, è la difesa di Gianna Sigona. Poi aggiunge: “Mi hanno volutamente mettere nella gogna mediatica proprio perché sono coerente e questo non è andato giù a sindaco e ai consiglieri filogovernativi che più di una volta mi hanno intimato di dimettermi”. Per la Sigona a Ragusa si è tradita la linea del movimento perché si è fatta prima “l’alleanza con la lista Partecipiamo” e poi per l’elezione del presidente del Consiglio comunale si è compiuto un “inciucio PD-L (per dirlo alla Grillo)”.
È un fiume in piena la Sigona, la consigliera che non ha mai rinnegato le sue idee di estrema destra. “Io non rinnego la storia, del mio pensiero lo sapevano tutti come lo sappiamo di altri consiglieri e componenti del meet up. Non ho mai tenuto nascosto il mio lavoro di produzione di oggetti in pietra lavica compreso i busti del Duce Benito Mussolini, tra l’altro venduti a consigliere, attivisti del meet up ufficiale e di quelli di Ragusattiva 5 stelle che ora fanno i puritani”. Lo staff di Beppe Grillo l’aveva sospesa a fine aprile dopo la polemica per i suoi post sui social. “Questo comportamento si rivela radicalmente incompatibile con la sua permanenza all’interno del Movimento 5 Stelle”, si leggeva nella comunicazione arrivata alla Sigona per comunicargli la decisione. Ma lei non ci sta, sostiene che non si stiano rispettando i principi pentastellati per il doppio incarico (a Ragusa due assessori sono consiglieri) e che la si stia attaccando per la sua opposizione ad alcuni atti della giunta Piccitto.
(fonte: Giorgio Ruta, Repubblica.it)