La cementificazione della costa iblea (nella foto una veduta dal mare di Marina di Ragusa) al centro della protesta del circolo “Il Carrubbo”di Legambiente. Sotto la lente d’ingrandimento il tratto che va da Punta Braccetto a Camarina e che negli ultimi quaranta anni risulta abbandonato da tutte le amministrazioni che si sono succedute nel governo della città di Ragusa, compresa l’Amministrazione Piccitto. Gli ambientalisti, in un documento, fanno notare che alcune dune sono state abbattute per far posto alle serre, villaggi turistici costruiti sulla spiaggia, discariche a cielo aperto di rifiuti agricoli e interi villaggi abusivi costituiti da seconde e terze case. “Edifici – affermano i responsabili di Legambiente – che per legge debbono obbligatoriamente essere demoliti e che nessuna amministrazione ha avuto il coraggio di abbattere. Anzi forze politiche che si travestono maldestramente da ambientaliste periodicamente chiedono interventi a favore di chi ha violato la legge ed ha arrecato un enorme danno al patrimonio pubblico”.
Per gli ecologisti, che puntano il dito sulle contraddizioni delle dichiarazioni dei consiglieri comunali di Laboratorio 2.0, è necessario eliminare quel che resta del villaggio turistico ex Valtur e rinaturalizzare la zona abbattendo tutte le case abusive, che non possono essere sanate, entro i 150 metri dalla battigia. “Ci saremmo aspettati – conclude Legambiente – da quei consiglieri comunali che intervengono sempre citando norme e leggi varie, che insieme all’invito a demolire la struttura turistica, richiedessero alla Giunta Piccitto di dare seguito alla diffida n. 11753 del 30 maggio 2013 del Dipartimento Regionale dell’Urbanistica in merito ai provvedimenti repressivi in materia di abusivismo edilizio e alla circolare n. 14055 del 3 luglio 2014 del Dipartimento regionale dell’Urbanistica che ha ricordato ai comuni siciliani non solo l’obbligo di effettuare interventi repressivi riguardo gli abusi edilizi, ma soprattutto che l’opera abusiva non sanabile debba essere prioritariamente demolita”.