Arrestati due presunti scafisti e, per la prima volta, c’è anche un libico. Alcune foto ritrovate sul suo cellulare lo ritraggono anche all’interno di un capannone dove vengono tenuti i migranti prima della partenza. Aveva con sé 2.000 euro occultati nella cinta dei pantaloni appositamente modificata. Gli scafisti arrestati sono RAMI Mouhamed Ali nato a Madhia (Tunisia) nel 1992 e EL SHAWH Mohamed Adnen nato in Libia nel 1981. Entrambi sono accusati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Alle ore 08,55 del 15 settembre 2014, la nave norvegese “BOURBON ORCA” su disposizione dell’MRCC ROMA ha individuato un battello carico migranti. Alle successive ore 12,26 l’MRCC ha ordinato di caricare a bordo i migranti. Le operazioni di trasbordo sono terminate alle ore 13,15. Successivamente la nave si è diretta verso la Sicilia e alle ore 21,45 l’MRCC di ROMA ha ordinato alla nave di procedere verso il porto di Pozzallo dove è arrivata alle ore 16,00 del 16 settembre. Sono sbarcate complessivamente 275 persone provenienti da Siria, Tunisia, Marocco, Pakistan, Bangladesh e Palestina che sono stati ospitati presso il C.P.A. di Comiso. Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), collaborati da un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Ragusa e da un’aliquota della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo, da martedì sera in poi hanno lavorato per individuare gli scafisti. Ieri sera, dopo appena 24 ore, hanno individuato i due scafisti, uno dei quali libico, elemento d’indagine diverso da tutte le altre attività fino ad ora condotte. Anche in questo caso le testimonianze sono state preziose. Un gruppo di Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria una volta individuati gli scafisti hanno iniziato ad interrogarli e facendoli cadere in contraddizione più volte sono riusciti a farne confessare uno che ha ammesso parziali responsabilità durante l’interrogatorio in presenza dell’avvocato. Anche in questo caso, tutti i migranti sono stati fatti permanere all’interno di un capannone tenuti sotto la stretta vigilanza armata dei libici; poco prima della partenza gli è stata richiesta la somma di 1.000 dollari e solo dopo aver pagato, gli organizzatori hanno consegnato un tagliando numerato progressivamente che avrebbe consentito loro di salire a bordo, in pratica una carta d’imbarco. Anche questa volta uno degli scafisti ha tentato di nascondere il denaro ma è stato ritrovato all’intero della fodera dei pantaloni appositamente modificati per creare una tasca invisibile. 2.000 euro il compenso per lo scafista ed il denaro è stato sequestrato e depositato in un conto corrente a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Dalla perquisizione personale a carico dei due scafisti è susseguita un’attività d’indagine sul telefono cellulare del giovane libico e con grande sorpresa sono state addirittura trovate delle immagini che lo ritraevano tra i migranti in un capannone mentre svolgeva la sua attività di vigilanza. È la prima volta che viene fermato un libico che dalla fase preparatoria del viaggio all’interno dei capannoni passa alla fase esecutiva della traversata in mare. Secondo quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato 1.000 dollari a passeggero adulto, per un totale di oltre 270.000 dollari. Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato i due scafisti del peschereccio che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea. Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 123 scafisti.