L’aula consiliare di Palazzo dell’Aquila è attrezzata con due telecamere per la ripresa delle sedute del Consiglio Comunale: in particolare, quest’anno, sono utilizzate per la trasmissione in streaming, su apposito canale, di ogni Consiglio Comunale. In fondo all’aula, nella parte centrale riservata al pubblico, la regia mobile che provvede alla successione delle inquadrature, alternando la telecamera che si rivolge ai tavoli della Presidenza e dell’Amministrazione con quella che riprende gli scranni e i singoli Consiglieri.
Accade spesso che in Aula ci sono momenti di tensione, che si alzino i toni, che ci sia un po’ di bagarre: qualcuno aveva notato, in occasione della recente protesta orchestrata dal Consigliere Giuseppe Lo Destro, incatenatosi allo scranno consiliare, che, durante i momenti caldi della seduta, le immagini diffuse erano quelle ferme sullo stendardo posto sulla parete, superiormente al tavolo della Presidenza.
Anche nell’ultima seduta, quella dedicata all’esame e all’approvazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, accadeva che si alzavano i toni per delle incaute e non giustificate osservazioni, solamente provocatorie in quanto senza fondamento, del consigliere Spadola che apostrofava il collega Chiavola: quest’ultimo, sentendosi tirato in ballo in maniera del tutto gratuita, chiedeva la parola al Presidente del Consiglio che non riteneva di dovergliela concedere perché non si trattava di fatto personale per cui sarebbe stata possibile la replica immediata.
Si sono alzati i toni di voce, particolarmente quelli di Chiavola che reclamava, animosamente, il diritto di rispondere al collega: niente di particolare, anche perché si avverte sempre un profondo rispetto nei confronti della Presidenza del Consiglio, ma sarebbe stato oltremodo piacevole poter vedere, oltre che sentire, l’agitazione del consigliere del Megafono di Crocetta.
Si è avuta, purtroppo, conferma che, in questi casi, l’operatore si è ben guardato dal riprendere il consigliere esagitato e ha fermato la telecamera sul Presidente del Consiglio.
A margine della seduta si è avuta ulteriore conferma di precise disposizioni per tutte quelle situazioni particolari in cui, qualcuno ha ritenuto opportuno, e appresso spiegheremo l’uso del passato prossimo, che determinati momenti vengano oscurati, addirittura le immagini che non sono in onda non vengono neppure registrate.
Si è andati, subito, alla ricerca di chi avesse dato le disposizioni in merito: confermato che gli operatori hanno disposizioni di questo tipo, si voleva arrivare a conoscere chi fosse l’amministratore, l’ufficio o il dirigente da cui fosse partita la disposizione. Si è appurato che la stessa risale a periodi di passate amministrazioni in cui, sono stati dati ordini tassativi di questo genere che impediscono di rendere pubblico tutto quello che accade in consiglio. E gli operatori hanno continuato ad osservare le disposizioni, in assenza di istruzioni diverse.
Storie da cortina di ferro, retaggi della vecchia politica padronale che faceva del Comune casa propria, assurdità che, sicuramente, l’attuale Sindaco e, soprattutto, l’attuale Presidente del Consiglio, la massima autorità del civico consesso, sapranno rimodulare in termini di maggiore trasparenza e corretta informazione che sono poi i principi per cui si vuole dare la massima diffusione ai lavori del Consiglio.