Per comprendere in che mani siamo finiti, basta dare uno sguardo a quello che sta accadendo a Roma, in Senato, alla Commissione Affari Costituzionali, dove stanno decidendo la proposta di Legge per modificare la composizione e le funzioni di uno dei due rami dell’attuale Parlamento. Mentre da ogni parte non si parla d’altro che di trasparenza, di legalità, di condivisione, viene fuori la frittata dell’immunità parlamentare con cui si vorrebbero continuare a privilegiare anche i nuovi componenti del Senato. La vicenda vede, come attori principali, Anna Finocchiaro del PD e Calderoli della Lega, che avrebbero presentato un emendamento per abrogare l’art. 6 della bozza di testo del governo, quello che appunto vuole eliminare l’immunità al Senato. Appena si è sparsa la voce di questo maldestro tentativo di ripristinare antichi privilegi, tutti a prendersela con il centro destra, con Forza Italia, con NCD, con la Lega, gli unici, nel panorama costituzionale, che avrebbero potuto concepire tale malefatta. Era stato il Presidente dei Senatori di Forza Italia, Paolo Romani, con moderazione e garbo istituzionale, a sussurrare che il colpo di mano non era addebitabile alla sua parte politica, accusando, implicitamente, ma non dichiarandolo, qualcuno a sinistra. Maria Elena Boschi, stretta collaboratrice del premier Renzi, la quale dichiarava che l’esecutivo non era al corrente dell’emendamento che reintroduceva la guarentigia, non smentendo, comunque, le dichiarazioni di Romani. Un giochino fatto apposta per prendere in giro il popolo, forse un gentile sollazzo per questi poveri politici e parlamentari costretti ancora ai fastidi della calura romana, che si è tramutato nell’ennesima figuraccia del Partito Democratico, fortunatamente avvezzo a superare momenti di serio imbarazzo come questi. Sussurrato ma non esplicitato che l’emendamento incriminato era opera della Finocchiaro e di Calderoli, la senatrice di origini modicane non ci sta, forse intravedendo anche l’occasione per mettere sotto scacco i renziani che, certo, politicamente, non la considerano granché. Ecco allora, per restare in tema di mondiali, l’entrata a gamba tesa con cui la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato rifiuta sdegnata il ruolo di creatrice dello scudo per i nuovi senatori, scudo contro peccati passati, presenti e futuri. Ma non si limita a dire che non è stata lei, ma rende pan per focaccia e dice che l’esecutivo, quindi la Boschi in primis, aveva vistato gli emendamenti e conosceva il testo per ripristinare l’immunità, spiegando la genesi e le motivazioni del suo progetto originario che. originariamente, voleva coinvolgere la Corte Costituzionale per le autorizzazioni all’arresto e alle intercettazioni, poi riportato alle norme consuete, dal governo, per non appesantire il lavoro dei giudizi costituzionali. La querelle è chiusa dal comico, se non penoso, scaricabarile a cui aderisce la Finocchiaro che rifiuta il ruolo di protettrice di corrotti e delinquenti, non si comprende in virtù di quale punto di vista, ruolo che per lei non è neppure di altri ma solo ingrediente di un giochino disgustoso. Come dire, rivolgiamo l’attenzione ad altro, piuttosto che entrare nel merito della questione. Questo è il nuovo, il rinnovamento e la pulizia della vecchia politica. In altri paesi, un Ministro sorpreso a dire bugie, si sarebbe già dimesso.