Il Tribunale di Ragusa dichiara illegittime le nomine di due dirigenti del Comune di Chiaramonte Gulfi e ordina al sindaco Fornaro di nominare due nuovi responsabili.
La vicenda inizia nel giugno del 2012, quando il sindaco revoca la nomina al responsabile dell’area Amministrativa, Antonio Nicosia, e a Maria Distefano, responsabile dell’area Risorse Umane. Nominando al loro posto Francesco Cardaci, per l’area Risorse Umane, e Giuseppina Pulichino, per l’area Amministrativa.
Naturalmente i due ex dirigenti impugnano le nomine certi dell’ illegittimità degli atti, che li avevano defraudati del loro ruolo. Il Tribunale in via cautelativa ordina all’Ente di procedere ad una nuova valutazione, il Comune dopo alcuni tira e molla reintegra i due dirigenti con una determina del 27 giugno 2013. Lo stesso 27 giugno, però, il Consiglio comunale a due ore dalla nomina di cui sopra approva la riorganizzazione dei settori dell’Ente, accorpandoli in sei macro aree e consequenzialmente nomina i sei dirigenti corrispondenti.
Forse non corre buon sangue tra il sindaco e i due dirigenti, Nicosia e Distefano, o forse il sindaco non li reputa all’altezza, fatto sta che tra i sei dirigenti non compaiono questi, ma riappaiono magicamente Giuseppina Pulichino e Francesco Cardaci, la prima come responsabile dell’area Amministrativa, ed il secondo come responsabile dell’area Finanziaria, che comprendeva, vista la riorganizzazione, anche l’area Personale.
A questo punto Distefano e Nicosia non possono fare altro che ri-impugnare le nomine, confortati dalla precedente ordinanza, e così si rivolgono all’Autorità giudiziaria. Consci del profilo di illegittimità delle nomine e del loro demansionamento ingiustificato.
Si giunge ad oggi, o meglio, al 17 dicembre 2013, quando viene emessa l’ordinanza del tribunale, che ordina la nomina di nuovi responsabili, motivando questa scelta alla luce di una palese “mancanza di utilizzo di criteri oggettivi e verificabili nella selezione dei dirigenti”, si legge nella sentenza.
Infine il giudice, che rigetta in toto le giustificazioni del Comune, non può non far riferimento all’articolo 29 del Regolamento comunale di Chiaramonte riguardanti i controlli interni. La cumulazione, infatti, della carica di responsabile Finanziario e di quella di dirigente delle risorse umane del Carderi è in aperto contrasto con l’articolo 29 adottato dal Comune di Chiaramonte, il 9 gennaio del 2013, in attuazione delle recenti norme anticorruzione.
Con la rioganizzzione delle macro-aree risulta “ancor più evidente – scrive il giudice nelle motivazioni – il conflitto di interesse derivante dal fatto che la stessa persona incaricata dell’emanazione degli atti di pertinenza viene poi ad esercitare il successivo controllo di regolarità contabile”, insomma il solito gioco del controllore e del controllato, e qualche riga dopo il giudice continua a scrivere “la documentazione degli atti dimostra inequivocabilmente che il controinteressato (il Cardaci, ndr.) ha mantenuto l’incarico di responsabile del Servizio Finanziario, venendosi così a realizzare quella opacità nel sistema di controlli interni che la normativa primaria, e il regolamento comunale, intendevano scongiurare, in quanto avendo ad oggetto impegni di spesa in materia di gestione del personale risultano emanate dal Cardaci e riportano il visto di regolarità contabile apposto dal medesimo nella qualità di responsabile del Servizio Finanziario”. Come dire tutto il mondo è paese, tutto il mondo è provincia.