Era il 2 gennaio del 1999: a Vittoria, presso la stazione di servizio Esso all’ingresso della città, un commando faceva irruzione all’interno del bar. Quella sera è passata alla storia come “la strage di San Basilio” e a distanza di 20 anni Vittoria non può dimenticare. Angelo Mirabella, referente del clan della stidda di Vittoria, Rosario Nobile, e Claudio Motta, ritenuti affiliati al clan Dominante e i due giovani che in quel momento si trovavano casualmente nel bar, Rosario Salerno, 28 anni, e Salvatore Ottone, 27 anni, morirono crivellati da una pioggia di proiettili. Si salvò per miracolo solo il barista. Salvatore e Rosario ebbero solo il torto di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Dopo 14 anni di indagini, processi e testimonianze dei collaboratori di giustizia, nel gennaio del 2013, fu ricostruita la verità sulla strage: venne ordinata dai clan Piscopo ed Emmanuello di Gela, rivali della “Stidda” vittoriese, che intendevano così estendere il proprio predominio anche nella provincia di Ragusa.
E’ stata una ferita che anni ha lacerato la città di Vittoria. Oggi, alle 18.00, per ricordare e commemorare quel tragico evento, Il Vice Prefetto Dionisi partecipa alla messa nella Basilica di San Giovanni Battista, dove sarà celebrata una messa.
La funzione religiosa sarà officiata da don Salvatore Cannata.
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