Con la tradizionale “Scinnuta” del simulacro del santo patriarca dalla cappella dell’altare maggiore, le cui operazioni sono state svolte a porte chiuse secondo quanto disposto nei decreti della diocesi di Ragusa, ha preso il via, sabato scorso, la festa di San Giuseppe a Giarratana, sulla scorta del tradizionale appuntamento che si tiene a fine estate. Anche in questo caso, le celebrazioni del programma saranno essenzialmente caratterizzate da iniziative liturgiche non potendosi tenere, a causa dell’emergenza sanitaria, le processioni con il venerato simulacro. Sono stati i portatori, dopo il rito officiato dal parroco, don Mariusz Starczewski, a dare il via alla procedura che, attraverso l’utilizzo di un sistema di argani, ha dato la possibilità al simulacro di essere sistemato sull’altare maggiore per essere così venerato dai fedeli. Intanto, dopo questo primo momento, particolarmente sentito dalla comunità dei fedeli di Giarratana che hanno avuto modo di seguirlo attraverso i social, gli appuntamenti della festa proseguiranno da giovedì con il via al triduo in onore a San Giuseppe che, sempre in chiesa Madre, sarà predicato dal sacerdote Giovanni Giaquinta della parrocchia Santissimo Rosario a Vittoria. Tema del triduo “San Giuseppe patrono della chiesa universale nel 150esimo anniversario della sua proclamazione”. Ma perché San Giuseppe a Giarratana si festeggia in due momenti dell’anno? “Dell’origine della festa estiva di S. Giuseppe a Giarratana – spiega Giuseppe Cataldi, cultore di tradizioni locali – non ci sono testimonianze storiche o documenti ufficiali, dobbiamo basarci su quanto ci è pervenuto dalla tradizione orale dei nostri anziani; su questa testimonianza non possiamo nutrire dubbi, perché trattandosi di una devozione “sentita, generale e genuina”, come la definì il parroco Marziano, lontana da lotte e gelosie, la voce del popolo tramanda solo notizie veritiere. Da quello che ci è stato raccontato, la festa fu istituita nel 1904 dal parroco Mariano Azzaro, il quale volle ottenere due risultati: incrementare la già forte devozione popolare a San Giuseppe e dare un deciso segnale nella lotta alle cospirazioni massoniche, in quell’epoca diffuse anche a Giarratana. Era stata infatti la massoneria a fare anticipare al 20 settembre, anniversario della breccia di Porta Pia, la grande fiera-mercato che allora coincideva col 21 settembre, anniversario della consacrazione della chiesa di Sant’Antonio Abate (21 settembre 1783). Il parroco Azzaro, sicuramente appoggiato dalle autorità, dai commercianti e dal vescovo di Noto, anche lui in lotta contro la massoneria, fece anticipare la fiera al 19 settembre e, alla fine della messa votiva che ogni 19 del mese viene celebrata in onore di San Giuseppe, fece portare la statua del patriarca in processione fino alla zona della fiera. Da allora la festa è diventata, adeguandosi ai tempi e alle mutate condizioni sociali, una tappa irrinunciabile degli appuntamenti estivi di Giarratana, a conclusione delle feste esterne in onore dei patroni del paese”.