C’è delusione e amarezza nelle parole dell’onorevole Nello Dipasquale: anche oggi, sia il presidente Nello Musumeci, sia l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza, hanno disertato l’aula, lasciando insolute questioni che invece meriterebbero di essere attenzionate immediatamente. Da più di una settimana, infatti, il parlamentare ragusano del PD ha chiesto più volte che l’intera provincia di Ragusa venga decretata come Zona Rossa: non si capisce, infatti, come sia possibile che Vittoria (che tra l’altro è stata ulteriormente prorogata come zona rossa fino al 25 novembre), sia stata sottoposta a misure restrittive con 478 positivi e si continui invece a tergiversare per Ragusa, che oggi sfiora quasi i 600 contagiati e per tutta l’area iblea. Sembra evidente, insomma, che la situazione è sfuggita di mano. Le parole di Dipasquale sono parole di buon senso, che meriterebbero attenzione da parte degli organi preposti. Si sta rischiando, veramente, il collasso del sistema sanitario e di tutto il comparo economico, se non adeguatamente sostenuto con misure idonee.
“A una settimana dalla mia richiesta di istituire la ‘zona rossa’ nella provincia di Ragusa nulla è cambiato: l’assessore Razza continua a fuggire dal confronto in Assemblea Regionale Siciliana e mentre la curva dei contagi non si arresta c’è chi minimizza parlando di risultati poco soddisfacenti nei centri dove è stata istituita la ‘zona rossa’ non capendo che senza interventi tempestivi che influiscano drasticamente sullo stile di vita dei nostri concittadini ogni sforzo fatto fin qui, come nel comune di Vittoria, sarà stato vano”, spiega l’on. Nello Dipasquale e aggiunge: “Gli ospedali della provincia di Ragusa sono in sofferenza, ma l’Assemblea Regionale Siciliana è andata deserta – continua Dipasquale – con la colpevole assenza di chi, invece, avrebbe dovuto esserci per dare risposte nel luogo deputato per eccellenza al confronto istituzionale. C’è da comprendere, inoltre, che a trovarsi in grave sofferenza non è solo il sistema sanitario, a un passo dal collasso, ma l’intero sistema economico siciliano, fatto soprattutto da piccole e medie imprese e lavoratori autonomi”.
Per Dipasquale “inseguire il virus” non ha nessun senso. Anzi: il virus andava bloccato proprio nei mesi di ottobre e novembre, e cercare così di salvare il Natale, un mese importantissimo per le Partite Iva: “Per ogni giorno che passa è a rischio il Natale, con tutto ciò che comporta. Se istituire la ‘zona rossa’ ai primi di novembre avrebbe comportato danni economici non indifferenti, quelli che si avrebbero con una sempre più verosimile chiusura natalizia saranno davvero catastrofici perché ad essere coinvolti saranno centinaia di piccoli operatori che, invece, con le proprie attività nel periodo Natalizio avrebbero potuto tirare un sospiro di sollievo. Se questa situazione disastrosa dovesse concretizzarsi sarà colpa solo di chi sarebbe potuto intervenire, anche con scelte difficili, e non ha avuto il coraggio di farlo”.
“La città di Vittoria – aggiunge ancora il parlamentare della provincia di Ragusa – ha subito una scelta importante, quella dell’istituzione della ‘zona rossa’, mentre i contagiati erano ancora 470, oggi che la città di Ragusa ha quasi superato i 600 non si muove foglia. Cosa si deve aspettare? A cosa sono serviti e a cosa servono i sacrifici dei cittadini di Vittoria se non si estende la ‘zona rossa’ a tutta la provincia?”.
“Leggo da alcune dichiarazioni che ‘la curva dei contagi si è addolcita ma non si appiattisce né cala, con la richiesta di ospedalizzazione in crescita’ – conclude – beh, mi sembra evidente che la situazione sia ancora grave e c’è chi continua a girarsi dall’altra parte”.
La sensazione è che il Governo Regionale navighi a vista e l’assessore Razza, che oggi ha avuto una video conferenza con i sindaci Iblei, ha semplicemente parlato di incrementare i posti letto e di trasformare il Maria Paternò Arezzo, un tempo Covid Hospital, in una in residenza sanitaria assistenziale per soggetti affetti da Covid che non necessitano di ospedalizzazione, pur dicendosi “preoccupato” della situazione dei contagi in provincia. Ma non sono emerse soluzioni concrete, e alle parole non seguono i fatti: cioè, ad esempio come frenare quest’ondata di contagi, quali misure adottare e se istituire seriamente la zona rossa in tutta la provincia sia un’ipotesi che si sta prendendo in considerazione. Unica voce fuori dal coro, il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, che ha chiesto che Comiso (che oggi conta 325 positivi, un numero altissimo in relazione agli abitanti), venga dichiarato zona rossa. Ci aspettiamo e auguriamo che ci si muova in tempo, prima che sia veramente troppo tardi. Perchè la sensazione che si ha è che si perda tempo prezioso tutti i giorni. E in questo periodo, il tempo è il fattore decisivo.