Era di Giugno. Il castello dei Donnafugata riapriva i battenti dopo tanto tempo. Il palco, montato proprio davanti al portone di ingresso aveva come una quinta la imponente facciata del palazzo ed in particolare il loggiato della Principessa, che con i sui merletti arabeggianti segna il punto di incontro tra storia, arte e cultura. E lui, il maestro Franco Battiato, con la sua infinita classe, una statura alta e magra, si muoveva a destra e sinistra per tutto il palco.
Cucurucucu paloma…. miglia di persone, forse oltre 4.000, mi racconta Marcello Cannizzo che organizzò l’evento, in delirio e soprattutto estasiati ed emozionati dal contesto. Lui d’un tratto si fermò, alzò lo sguardo verso destra e mirò per qualche secondo la luna nuova che usciva fuori dal quadrante ovest e nel buio della giovane notte. Alzò la mano destra puntando il dito e girato lo sguardo verso il pubblico tuonò al microfono: ” Luna crescente a ponente, .. ti puoi taggiari i capiddi”. Un sorriso amaro accompagnò la battuta unitamente ad un applauso fragoroso. Il riferimento era all’uso dei campieri e degli uomini in generale di frequentare il barbiere del paese una volta al mese. E siccome la tradizione e, consentitimi di dire anche la scaramanzia, legava al ciclo della luna le vicende dell’uomo che comincia un’arte, un’impresa, un viaggio, e perchè no anche le proprie cose personali. Era la Sicilia di una volta, una sicilia che non c’è più. Ma che lui amava raccontare a Milano nei circuiti che frequentava, nelle sue storie, nelle sue canzoni.
La storia dice che fu Nuccio Malfitano, assessore pro tempore, che incontrò il maestro Battiato proprio in occasione di un film che stava girando al Castello di Donnafugata. E Malfitano percepì che il maestro stava magnificamente in quel contesto e gli chiese in modo diretto e senza veli, se avesse potuto concedere a Ragusa e proprio in quel luogo, il castello, un suo concerto. Lui accettò volentieri.
Ne nacque un’amicizia soprattutto con Marcelllo Cannizzo che oltre a quello di Donnafugata organizzò altri due eventi con il maestro Battiato: uno nel 2007 e l’altro al cine teatro Duemila nel 2013.
Marcello Cannizzo mi racconta che dopo il concerto di Donnafugata gli dissero che ad ottobre dalle nostre parti si fa un olio spettacolare e lui rispose che era molto curioso di provare. Così dopo che l’olio venne tramutato, i primi giorni di gennaio Cannizzo e Malfitano lo andarono a trovare a casa sua. Abitava ancora in via Etnea a Catania. Mi racconta Marcello che la casa era bellissima, e lo colpì molto che era piena di libri in ogni angolo. Lui fu molto cordiale ed accogliente ed all’uso del nostro Montalbano, gli preparò personalmente il caffè.
Il maestro Battiato sarebbe tornato per la seconda volta a Ragusa nel 2007. Raccomandò a Marcello Cannizzo di montare sedie per tutti. Il concerto avrebbe avuto come scenografia la nostra piazza della Libertà. Un grande palco venne montato sotto l’intendenza di finanza.
Il concerto era la storia di Battiato e delle sue musiche, che lui stesso aveva destrutturato ed alleggerito. Aveva fatto un lavoro esegetico per ritrovare la matrice dei suoi stessi pezzi accompagnando con pezzi di orchestra, musica reale, e non elettronica. Si sentivano di più le parole, la poesia, la musicalità. Ritrovai nelle sue note la sua storia e soprattutto i suoi viaggi, l’oriente che lo affascinava molto, da dove aveva importato ed imparato un uso diverso della sua voce.
Fu un concerto straordinario. La piazza gremita in ogni angolo. Lui cantava seduto, ed ogni tanto sorseggiava acqua e sali minerali. La gente era commossa. Eravamo tutti increduli e molto emozionati.
Non ho più rivisto il maestro dal vivo e mancai quando ritornò di nuovo a Ragusa, al teatro, nel 2013. Era di maggio, mi racconta Marcello Cannizzo, ed era un periodo nero per Battiato. Era stato chiamato da Crocetta a far parte del suo governo della Sicilia. Lui aveva assunto questo impegno con grande orgoglio, perchè riteneva un privilegio poter rappresentare la sua gente. La politica tuttavia è molto ingrata e soprattutto cinica e non risparmia niente a nessuno. Crocetta lo aveva da qualche giorno esautorato da questo incarico perchè il maestro Battiato aveva pronunciato parole offensive nei confronti dell’istituzione parlamentare. In effetti non fu compreso, anzi fu strumentalizzato, ma andò come andò. Lui ci rimase male. Volle inserire Ragusa nelle due tappe siciliane del suo tour perchè quell’angolo di Sicilia, che sa poco della brutta Sicilia, gli era tanto caro e gli aveva sempre tributato tanto affetto e tanta ammirazione.
Cantò in modo straordinario. ” Era sereno” mi racconta Canizzo – era riuscito a mettersi dietro le spalle le storiacce di quei giorni”.
“Volano gli uccelli, volano…”. La poesia di Battiato non ha un limite temporale, ma affonda proprio nella leggerezza del nostro animo, per far emergere il sentimento pulito. La Sicilia che racconta esce dalla storia come un monumento eterno. E’ una Sicilia che merita di essere ricordata, come Lui, infinito e soprattutto immortale protagonista.