Un viaggio straordinario nel mondo di Omero incontrando i miti di quel tempo antico che grazie alle scoperte di un ricercatore unico, non archeologo, come Heinrich Schliemann lo scopritore di Troia e di Micene e del tesoro di Priamo, ha potuto rendere possibile. Nella piazzetta del Pata Pata ieri sera si è discusso di archeologia, la fonte della cultura che ha alimentato i nostri saperi di fronte a quel mar Mediterraneo che di quei saperi è stato straordinario traghettatore.
Gli studi certosini e attenti di un archeologo della levatura di Massimo Cultraro, uno dei maggiori esperti dell’età minoica e micenea, conversando con il collega Giovanni Di Stefano, hanno reso una serata straordinaria al numeroso pubblico interessato, sino alla fine, a scoprire la vita, le avventure, le spregiudicatezze e spericolatezze, di un rivoluzionario dell’ archeologia moderna come fu l’abile e ricco impresario tedesco.
“Autori & Libri, conversando a Sampieri” ha offerto alla rassegna un argomento nuovo di grande interesse storico. Massimo Cultraro ha narrato, sollecitato dalle riflessioni del collega Di Stefano, con perizia di particolari l’epoca storica che fece da contesto alla più grande scoperta della storia dell’archeologia raccontandone aneddoti, luoghi, Sicilia compresa con la presenza di Heinrich Schliemann a Kamarina, personaggi di quel tempo; epoca che segnò un punto di snodo decisivo per le future ricerche del mondo antico.
Schliemann ha avuto il grande merito, pur con i limiti di una ricerca non propriamente legata al metodo scientifico, di avere dato corpo e quindi esistenza ai miti della nostra adolescenza e narrati in modo unico da quel cantore di nome Omero.