Penserete che è colpa dei turciniuna, ma non è così.
Mi è finito sotto gli occhi un fondo del Corriere. Circa un mese fa. Il volo 997 ed il movimento 5 stelle, si intitolava. Sapete cos’è il volo 997? Bisogna ritornare indietro a quella terribile giornata che ha sconvolto il mondo, l’11 settembre. Un areo si è schiantato contro le torri gemelle. Il panico sconvolge il mondo. I familiari delle persone in viaggio cominciano a telefonare e messaggiare, e scambiano notizie e foto. Il secondo aereo si schianta sulle torri gemelle. E’ il panico totale. I passeggeri del volo 997 nel contempo sono appena decollati. L’aereo non prende quota. Capiscono che qualcosa non va. Si accorgono del dirottamento. Hanno innanzi a loro una sola prospettiva: la certezza di una morte tragica.
Ecco a fronte di una certezza di una fine tragica, questi uomini hanno trovato il coraggio e la forza di fare una scelta, l’unica possibile, la scelta di morire ma con una duplice speranza. Morire, sabotando il progetto di morte dei terroristi, e dunque evitare con la loro morte di recare altra morte e distruzione. E soprattutto tentare, provare, sperare che la loro azione eroica potesse anche portare alla salvezza parte dei passeggeri, il maggior numero possibile. Andò come andò. Evitarono lo schianto contro altri bersagli scelti dai terroristi, ma trovarono la morte. Una morte che comunque era certa prima.
Occorre immedesimarsi in questo contesto per comprendere cosa sta succedendo alla nostra società e perché i cittadini hanno fatto e stanno facendo questa scelta. Votare i 5 stelle è una scelta di morte, è la scelta di chi vuole desertificare l’ambiente della politica. Ma ritenete veramente che la gente non sappia che votare la Raggi, o altri sindaci o amministratori delle varie città, come Gela, Ragusa, Bagheria, non corrisponda alla morte amministrativa di quelle città. Ne hanno una consapevolezza piena ed assoluta. Lo hanno voluto. Lo sanno benissimo e pertanto stimo il tentativo di quanti si sforzano tutti i giorni di dimostrare la mera incapacità degli amministratori grillini, un tentativo inutile, non conducente. La gente non ha cercato nuovi amministratori, ma ha cercato, e cerca ancora, lo strumento di azzeramento del sistema. Si parte del presupposto che comunque il sistema è giunto al suo capolinea e la situazione non potrà evolvere. Potremo solo agonizzare per un altro po’, ma comunque il sistema è collassato e non trova una via di uscita che riesca a garantire ai consociati una vita migliore, anche solo la speranza di potere migliorare la tristezza di questi giorni. Come i passeggeri del volo 997 , questi cittadini hanno espresso un voto e con esso una scelta precisa, nel loro personale convincimento che questo sistema non ha soluzioni possibili, e cercano la soluzione finale, la rottura del sistema, il suo annientamento, perché questa è diventata, per loro, la speranza di un futuro migliore: distruggere per ricostruire.
A chi vuole la distruzione, come metodo per ricostruire e far ripartire un sistema, si contrappone chi ritiene che il prezzo da pagare per la distruzione è molto alto, e, nella diffidenza collettiva, e con la fievole aspettativa di un miglioramento delle condizioni generali del sistema, sostenuto da uno sviluppo lento, esercita ancora un ruolo e si prepara ad offrire una nuova proposta politica. E’ questo il clima politico del nostro paese, dove non esistono più destra o sinistra, ma sopravvivono fasce di personale politico legato ad una progettualità di sviluppo e populisti, che dicono solo quello che la gente vuol sentirsi dire: per loro è sempre solo colpa di qualcuno, ma come si fa non lo dice mai nessuno.
Ovviamente lo schema non è così semplice, perché ci sono differenziazioni sia sulla scala dei populisti, che sulla scala dei cosiddetti responsabili. Assistiamo infatti come la corsa alla carriera politica, l’ambizione, la voglia di primeggiare, il gusto del potere, abbia preso il sopravvento sui giovani grillini, che, vorrei dire, hanno imparato molto in fretta il piacere del potere. La democrazia è una parola per condire i discorsi, sul web, ma nei fatti, non sono nient’altro che attori protagonisti inconsapevolmente ingaggiati da una agenzia di comunicazione. Siamo governati da una agenzia di comunicazione. Sembra un film di fantascienza, ma è così. Per carità in mezzo ci sono risorse, personale politico, di tutto rispetto che merita apprezzamento e che potrebbe veramente profittare del momento e fare la differenza. Cancellieri ad esempio non è per niente male, e ragiona bene.
Sul versante dei responsabili stiamo assistendo alla nascita di qualcosa di nuovo. Un movimento politico che vuole superare i populismi e prova a proporre una offerta politica caratterizzata da serietà e professionalità. Questo gruppo , dove stanno afferendo tutti i centristi, i moderati in generale, anche con forte ascendente nella destra, ha una strategia: le patologie del paese si risolvono con maggiore Europa, superando l’identità nazionale, ed affermando il modello europeo.
L’Europa è il paese della pace, e piaccia o non piaccia, ha dato benessere a tutti i popoli europei da circa 70 anni. E’ un continente dove prevale la democrazia, l’istruzione dei minori, dove è bandita la pena di morte, e dove la libertà è al primo posto dei valori aggregativi.
Bene. Ma non basta. Non basta perché il progetto dei moderati, popolari, che superano il concetto di destra e di sinistra, è quasi una scusa per non occuparsi della contingenza. A chi vuole distruggere tutto perché ha fame, perché non trova lavoro, perché non vuole emigrare noi potremo pure parlare di Europa, come modello, ma la spesa per il pranzo chi la fa? A questa gente che deve fare la spesa dobbiamo dire qualcosa che possa dare loro almeno la speranza. È come se il governo delle cose concrete si appartenesse ad altri soggetti chiamati solo per questo, lasciando a noi il diritto di sognare il futuro. Senza oggi non c’è domani. Lo dicevano pure durante la rivoluzione francese, i moderati di oggi, che però all’epoca tagliavano le teste. Le grandi leggi dello sviluppo sono lontane a venire e non trovano maggioranze. Quali sono le questioni più importanti di questo secolo? Le migrazioni, il cibo, la pace, la democrazia, l’educazione dei figli. A quante di queste domande di miglioramento della qualità della vita abbiamo risposto in modo concreto?
Nei giorni scorsi si è conclusa la presentazione delle pratiche per ottenere un finanziamento a fondo perduto a valere sulla misura 4.1 del Psr Sicilia. Sono state presentate 2680 domande per dividersi una somma pari a 100 milioni di euro di contributo. Saranno finanziate poco meno del 5 per cento delle aziende presentate. Forse non siamo stati bravi a comprendere che la gente in Sicilia ha voglia di scommettersi sull’agricoltura, che ad oggi continua a produrre occupazione, mentre tutto il resto è veramente effimero. Sarebbe stato meglio mettere più soldi su questa misura. Dobbiamo proteggere di più l’agricoltura.
La concretezza ha spinto gli americani indietro di cento anni, in un protezionismo, che punta a chiudere i confini dello Stato. Non sappiamo quanti frutti buoni potrà dare tutto ciò.
Certo dalle nostre parti abbiamo scommesso sulle novità, ma quale valenza ha accettare che un contratto possa essere concluso telefonicamente, per consentire di licenziare tutti quelli che prima facevano il lavoro di girare per raccogliere contratti. Quanta valenza ha accettare che ti possano contattare da un call center che risponde da un paese lontano dal tuo dove non esiste uno stato sociale e dove il lavoro costa un terzo di quanto costa in Italia, tagliando però posti di lavoro agli italiani, quanta valenza ha combattere le frodi alimentari ed imporre alle nostre aziende che producono cibo di adeguarsi a standard di controlli sanitari ed igienici di livello europeo, e poi autorizzare il supermercato sotto casa a vendere un prodotto fatto in Africa direttamente dove non esiste un livello di sicurezza alimentare, costringendo il produttore italiano a fare salti mortali per poterci stare dentro con il prezzo, a violare la legge, a non pagare le tasse per potere ancora far sopravvivere la sua azienda.
Ed ancora che valenza ha parlare di scuola e non riuscire a fare chiarezza con i migliori interpreti del futuro dei nostri figli, gli insegnanti.
Io sono fortemente europeo, non sono populista, ma pretendo risposte chiare, voglio avere una possibilità di nutrire la speranza che si possa fare qualcosa. Parlare di Europa è un giusto orizzonte di orientamento, fare le leggi sull’oggi è un dovere civico per quanti hanno voglia e desiderio di interpretare un ruolo politico. Non accetteremo una strategia al ribasso da chi vuole andare al governo di questo paese, a tutti i livelli istituzionali.
Ecco perché vi dico che siamo ancora in un tempo di mezzo. Ne riparleremo in questi giorni insieme ad altri ospiti del mio giornale, anche solo per il piacere di parlarci un po’ addosso, ma per chi ha voglia di ascoltare, per dare un contributo alla crescita democratica di questo paese.
Che il Cristo che è risurrezione faccia crescere in noi tutti la speranza di un futuro migliore, buona pasqua a voi tutti ed alla vostre famiglie.