L’alternativa è la pasta lunga al posto della cannuccia. Per evitare di consumare le cosiddette “plastiche monouso”. Potrebbe essere questa la rivoluzione per cercare di evitare lo spreco e per rispettare l’ambiente. Le plastiche monouso non sono riciclabili, sfuggono facilmente ai circuiti di smaltimento e valorizzazione finendo direttamente nei nostri mari. Si tratta di una categoria di oggetti – e dei conseguenti rifiuti – a cui l’Unione Europea ha dichiarato guerra in un nuovo pacchetto di direttive che invocano la circolarità delle risorse. Fra questi oggetti (che rappresentano ben l’80% dei rifiuti marini), vi sono cotton-fioc, posate, stoviglie e cannucce.
Se per le prime tre tipologie sono state trovate valide soluzioni alternative in oggetti meno impattanti dal punto di vista ambientale (si pensi a piatti e stoviglie in mater-B), per le cannucce un’idea piuttosto originale arriva da Favignana.
Al locale New Albatros hanno pensato bene di sostituire le cannucce di plastica con gli ziti, ovvero con la pasta di grano duro simile ai maccheroni ma con una cavità più ampia all’interno: un canale che permette agli utilizzatori di risucchiare le bevande come si farebbe con normali cannucce.
Un’idea brillante, non c’è che dire, e già in realtà utilizzata da qualche tempo in altri locali di città come Londra e Parigi, ma anche a Lampedusa dove al Tropicana Club l’iniziativa è stata adottata già quest’estate.
Certamente la pasta, composta di materia organica, non prenderebbe 500 anni a disintegrarsi come nel caso della plastica, ma bisogna ricordare che proprio lo spreco alimentare è una delle cause principali di emissioni di gas climalteranti in atmosfera. Insomma, si aggiusta un problema e se ne crea un altro. McDonald’s, ad esempio, ha recentemente dichiarato di voler provare ad usare cannucce di carta. Anche qui torna la stessa domanda: una volta usata, la carta dove sarà smaltita? Insomma, forse si potrebbe iniziare a pensare di fare proprio a meno delle cannucce. Infondo, non sono necessarie.