Da circa un milione e mezzo di euro dello scorso anno si passa ad appena 150 mila euro per il 2014. Quanti denunciano il pizzo dovranno dividersi 11 mila euro in un anno.da 229 a 49 mila euro, scendono anche gli indennizzi “una tantum” per le vittime della criminalità organizzata.
Palermo- Solo le briciole dal governo Letta per la lotta alla mafia in Sicilia. Da circa un milione e mezzo di euro dello scorso anno si passa ad appena 150 mila euro per il 2014. Falcidiate le risorse assegnate in particolare alle realtà e alle associazioni impegnate nella lotta alla mafia. Quanti denunciano il pizzo dovranno dividersi 11 mila euro in un anno. Meno di mille euro all’anno. Una miseria secondo molti e vi sono già le reazioni all’incredibile decisione, che non ha precedenti. Appena diffusi dall’assessore regionale alla Famiglia e alle politiche sociali, Ester Bonafede, i capitoli di bilancio di propria pertinenza , c’è stata una levata di scudi da parte di molti deputati regionali.
Per Nello Musumeci, presidente della commissione Antimafia dell’Ars, infatti, si tratta di “un taglio irragionevole sotto ogni punto di vista. Spero proprio che il governo – conclude – voglia correggere in tempo l’assurda previsione e dare ossigeno a quanti, sul territorio, si spendono per la difesa della legalità”. Ruggirello (Articolo 4): “Tagli vergognosi. Il governo rimpingui quei fondi”.
Impressionano i tagli sui singoli capitoli del bilancio. Così vengono riportati dal sito Antimafiaduemila: “Per il “Fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive” si passa dai 34 mila ai 13 mila euro, per il “contributo alle associazioni antiracket riconosciute, a Fondazioni, a centri ed altre strutture associative aventi sede in Sicilia per il perseguimento di finalità connesse all’assistenza, alla tutela, alla informazione dei soggetti che abbiano subito richieste o atti estorsivi” si passa dai 251.000 ai 23.000 euro. E ancora, dai 70 mila euro previsti per la formazione degli orfani vittime della mafia, della criminalità e del dovere si passa a 8 mila euro. Taglio pesantissimo per l’assunzione delle vittime di mafia negli enti locali: da 229 a 49 mila euro, scendono anche gli indennizzi “una tantum” per le vittime della criminalità organizzata (da 60 a 15 mila euro) e per i danni a immobili e mezzi di trasporto causati da Cosa Nostra (da 26 a cinque mila euro).
Ma non solo. Il governo ha deciso di ridurre in modo drastico il “Fondo regionale per le parti civili nei processi contro la mafia”: da 157 a 20 mila euro, mentre scendono nettamente i contributi fiscali per gli imprenditori che denunciano il pizzo. In questo caso, la somma inizialmente prevista in bilancio per il 2013 era di 318 mila euro. Ma nel corso dell’anno, attraverso alcune variazioni, è stata portata a quasi 2,9 milioni di euro. Per il 2014, invece, la cifra stanziata è di… 11 mila euro. Una cifra evidentemente inutile. O quasi. Comunque non come quella stanziata a favore delle “vittime del dovere, nonché per i cittadini deceduti nel compimento di un atto eroico”: duemila euro in un anno.
“Tanto vale la vita di un uomo – ha protestato il componente della prima commissione e deputato di Articolo 4 Paolo Ruggirello – per questo governo? Un governo che sbandiera ovunque la necessità di contrastare la criminalità organizzata e di lavorare per la legalità, poi, decide di togliere i fondi per le vittime della mafia. Un fatto scandaloso e inaccettabile. Con quei tagli – aggiunge Ruggirello – è come se l’esecutivo ci volesse spiegare che la mafia in Sicilia non esiste più, e che quindi quei contributi sono inutili”.
Fonte: http://www.net1news.org/