“Bisogna annullare l’intera procedura redatta dal Comune di Ragusa per la selezione del dirigente economista”. E’ questo il senso ultimo dell’interrogazione firmata dalla quasi totalità dei consiglieri d’opposizione (Tumino, Lo Destro, Mirabella, Morando, Marino, Migliore, Laporta, Chiavola).
I consiglieri di minoranza lamentano un assoluto disprezzo della normativa vigente a tal punto che l’attuale Amministrazione ha deciso, in modo del tutto arbitrario, di creare una nuova procedura concorsuale, fatta per “titoli e colloqui”. Ma non cambiando le regole relative all’assunzione di personale, ma semplicemente ignorandole.
In materia di assunzioni il Regolamento di Palazzo dell’Aquila è alquanto preciso e non dà spazio alle interpretazioni. Esso recita pressapoco così: l’assunzione di personale a tempo indeterminato (ed è questo il caso, ndr.) può avvenire per esami, per titoli, per titoli ed esami. Quindi non c’è una quarta opzione.
E’ evidente che la parola colloqui non compare nel suddetto Regolamento. Così come “colloquio”, sicuramente lo sapranno i grillini, non è un sinonimo di “esame” e allora perché hanno deciso di eliminare la parola “esame” in favore del termine “colloquio”? Perché tanta libertà?
Neanche la tanto vituperata Amministrazione Dipasquale si era spinta così lontano, ma con i grillini, lo si sa, è tutta un’altra storia.
Ma cosa forse ancor più importante e a dir poco inspiegabile è la motivazione che ha spinto la Giunta Piccitto ad ignorare in toto il Dlgs 165 del 2001, che stabilisce, abbastanza chiaramente, l’iter da seguire quando un’amministrazione pubblica decide di assumere del personale. Innanzitutto, prima di indire qualsiasi concorso, si avviano le procedure di mobilità, che sono tre: volontaria, interna ed esterna. La prima procedura serve a favorire ed incentivare la ricollocazione del personale e tutte e tre servono a calmierare le spese per l’ente. Solo se le tre tipologie di mobilità vanno a vuoto, perché non ci sono richieste o perché non esiste l’effettiva possibilità di trasferire un funzionario, si indice un concorso pubblico. Questo stabilisce la legge, di diverso parere è questa amministrazione, che ha deciso di bypassare a piè pari le procedure di mobilità per giungere subito al concorso, dove si badi bene, si attribuisce al “colloquio” un peso, nella valutazione finale, pari a 60/100. Alla luce di ciò, se qualcuno inizia a pensar male, forse forse non sbaglia.
Per fortuna, però, esistono le opposizioni, che, saggiamente, fosse solo per far chiarezza, impugnano la determina in questione (la n. 1729 del 29 novembre 2013) e placidamente si rivolgono agli organi giuridicamente preposti a valutarne la legittimità dell’atto, magari per evitare qualsiasi danno a carico del Comune.
Se qualcuno lo avesse dimenticato va appena ricordato che già su questo concorso grava un rinvio a giudizio, sarebbe perciò il caso di non preparare il terreno per una nuova indagine giudiziaria, foss’anche solo per far risparmiare un po’ di denaro al contribuente.