Finalmente. Finalmente una strategia a favore del centro urbano e della valorizzazione delle abitazioni che stanno nella cinta urbana.
Non è dato sapere con certezza, ma i bene informati assicurano che le idee del Sindaco sono di garantire il prosieguo delle attività edilizie sulle aree PEEP che hanno già ricevuto finanziamenti e di revocare tutto il resto. Meno cemento dunque e più verde agricolo.
Se così è, appoggeremo da queste colonne il progetto di questa amministrazione perché Ragusa ha bisogno di recuperare il “valore” dell’immobile urbano, su mercato, mentre la cresciuta di nuovi alloggi creerebbe inflazione degli alloggi urbani e la sicura morte del centro storico, già oggi reso agonizzante da scelte inique del passato.
Ripensare il centro significa primariamente valorizzare gli immobili del centro urbano. E su questa linea il Sindaco troverà una maggioranza trasversale abbastanza ampia.
Ma andiamo con ordine e passiamo in rassegna i fatti di ieri.
Fra le pieghe di una seduta di Consiglio Comunale dedicata più, almeno per quanto esitato, a dibattiti da salotto che alla soluzione delle problematiche emergenti, è riemersa la questione di numerosi alloggi di edilizia economica e popolare, da realizzarsi in aree ricadenti all’interno della zona PEEP in Z.T.O “C3”, le cui richieste di concessione per i progetti giacciono inevase e sono prive, da mesi, di risposte certe.
Il tutto rientra nella problematica delle VAS, la Valutazione Ambientale Strategica, che, a seguito di una nota della Regione Sicilia, del 18 aprile 2011, deve essere adottata per i piani e i programmi costruttivi di cui al D.Lgs 152 del 2006.
Il Comune di Ragusa, in virtù della procedura di esclusione della VAS, precedente alla nota della Regione Siciliana, ha consentito il rilascio di numerose concessioni edilizie per costruzioni ricadenti all’interno delle aree citate e, in un incontro dell’agosto scorso con i responsabili dell’ARTA era stata sancita la piena condivisione sulla legittimità del piano PEEP e dei successivi programmi costruttivi, che sarebbero stati allineati con la normativa regionale.
Di come l’attuale amministrazione intenda affrontare la problematica, per cui numerose imprese e famiglie attendono risposte certe, si erano preoccupati i consiglieri Maurizio Tumino e Giuseppe Lo Destro che avevano inoltrato una interrogazione in data 13 novembre 2011, anche in funzione della scadenza al 31 dicembre dei termini del finanziamento regionale, termini, fortunatamente, prorogati al 30 giugno 2014, di fronte ai quali si ripropone l’esigenza di un intervento definitivo, in materia, dell’amministrazione comunale.
All’uopo, durante le comunicazioni, nella seduta del Consiglio Comunale, è stato il consigliere Lo Destro a sollecitare Sindaco e Assessore competente sulla urgenza della questione. Per inciso, prima della seduta del Consiglio Comunale, il Sindaco aveva ricevuto una delegazione della LegaCoop e di alcune imprese appaltanti che hanno inteso sollecitare risposte adeguate alla problematica.
Come si evince dalla risposta all’interrogazione presentata, che reca la data del 12 dicembre ma risulta recapitata agli interroganti in data 13 gennaio 2014, viene sancito che non sono soggetti alla VAS i piani, i programmi e le loro varianti adottate prima del 31 luglio 2007.
Le modificazioni introdotte dalla legge 26 del 2012 hanno imposto la procedura VAS con esclusione dei casi che non determinano impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale.
La nota che reca le firme dell’Assessore Arch. Dimartino, del Dirigente ing Lettica e del Capo Servizio Arch. Barone specifica che, alla luce delle normative, si ritiene necessaria la VAS per le dimensioni attuali del PEEP, dovendo valutare le motivazioni originarie del 2007 che hanno determinato il reperimento di aree per l’edilizia economica e popolare per quasi due milioni di metri quadrati.
Considerando che, a tutt’oggi, risultano approvati progetti per meno di un terzo della potenzialità dell’area e convenzionati per poco più di un sesto, si vuole valutare, da parte dell’amministrazione un possibile ridimensionamento delle aree già individuate, verificando anche lo stato dei finanziamenti.
La nota fa anche riferimento all’impossibilità di garantire tempi certi, anche in funzione di quanto di competenza della Regione, per quanto c’è l’impegno per sbloccare l’attuale fase di stallo.
Comprensibili le preoccupazioni dei soggetti interessati per cui il perdurare di questo atteggiamento di mancata definizione della vicenda, da parte del comune, comporta una danno per le imprese e le cooperative che attendono oramai da troppo tempo e che sono state evidentemente discriminate rispetto a quelle ditte che invece dal 2009 hanno avuto rilasciato regolare concessione edilizia.