“Quando in una finanziaria, come quella della Regione siciliana, si prevedono ingenti impegni economici senza un’adeguata copertura, non bisogna meravigliarci dell’intervento del Commissario dello Stato, che esercita un ruolo di garanzia”. L’ha detto il ministro alla Pubblica amministrazione Giampiero D’Alia, parlando con i giornalisti a Ragusa a un convegno sui fondi europei 2014-2020. “Ho dato la mia disponibilità al presidente Crocetta – ha aggiunto il ministro – per convocare un tavolo tecnico anche a Roma, con il presidente del Consiglio e il ministero dell’Economia, per vedere come intervenire su alcuni settori specifici della macchina regionale che hanno una loro complessità sul piano sociale e su cui è necessario reperire le necessarie risorse”.
E’ un D’Alia molto convincente e sereno che non vuole alzare la posta, ma che ha le idee chiare. Si può reggere le sorti di una alleanza, ma fino ad un certo punto. Le strade stanno per dividersi, anche perché c’è molto poco da condividere da questa esperienza politica.
Da una parte c’è Crocetta, con i suoi proclami televisivi, i suoi slogan e le sue amicizie (confindustria e Senatore Lumia), e dall’altra, c’è D’Alia che sente già il profumo di nuove alleanze più politiche che strategiche, che vorrebbe togliere il disturbo per riunirsi al più presto con quanti nel partito, oltre a lui, credono che lo spazio ed il tempo dei moderati a sinistra sia già bell’è finito, come forse non è mai iniziato!
Ha fatto un’altra vittima l’abbraccio mortale della sinistra, e soprattutto di questa sinistra molto affaristica, tutta votata al professionismo dell’antimafia, salvo poi fare scelte che portano alla negazione dei sistemi democratici, ai commissariamenti, nei più disparati rami della pubblica amministrazione. ASI, consorzi di bonifica, province, camere di commercio, le ASP e le aziende ospedaliere, ed altro ancora, è tutto commissariato da Crocetta & amici, per tirare la volata a cosa? La rivoluzione siciliana.. ? Qualche affare in periferia e tanto clamore per nulla. Altro che rivoluzione.
Ed oggi la Sicilia è più polveriera di ieri, perché gli scontri sociali non solo non sono stati disinnescati, ma vengono provocati adesso anche dalle parti sociali, consapevoli del fatto che appoggiando questo Governo rischiano di perdere legittimazione e rappresentanza.
Quel che resta del giorno, è un tramonto amaro, molto buio e triste, una storia che più che essere incompiuta non è mai iniziata, un epilogo annunciato.
Allora D’Alia ha le idee chiare. Andiamo a Roma e prendiamo un caffè con Letta, verifichiamo quel che serve alla Sicilia, prendiamo le quattro cose che si possono salvare, e le portiamo avanti. Ma le cambiali a garanzia del credito avuto dal Governo le firmano tutti i soci, a condizione che la società attui modelli di governo democratici, dove le responsabilità seguono ai livelli decisionali. Se la società serve solo per dividere i debiti e le responsabilità, mentre le decisioni le prende solo Crocetta ed il suo cerchio magico, allora il tempo delle mele è già bello e finito. Si faccia il governo con chi vuole lui, ma l’UDC si tira fuori per lavorare alla ricerca di modelli di sviluppo reali legati alle esperienze ed alle alleanze del Partito popolare europeo. ( tradotto: si ritorna al centrodestra).