Sarebbe ora che Piersilvio Berlusconi o Fedele Confalonieri pensassero all’apertura di una redazione di “Striscia la notizia” nella nostra città, i tempi sono maturi, perché, ormai, gli argomenti abbondano.
Il Gabibbo, Capitan Ventosa e tutti i vivaci redattori del fortunato programma televisivo non dovrebbero curarsi di prenotare la camera in albergo ma dovrebbero affittare una casa perché il lavoro non mancherebbe per diverso tempo.
Ragusa, la città delle incompiute della Soprintendenza, dalla Chiesa di Santa Maria del Gesù con relativo Convento da adibire a Museo Archeologico, alle Latomie di Cava Gonfalone, passando per i terreni di Kamarina inghiottiti dal mare.
Ragusa, la città della Legge su Ibla i cui fondi vengono conservati invece di essere spesi, la città delle isole pedonali senza pedoni, degli ascensori che non funzionano, in via Roma, a Ibla e all’interno della Biblioteca.
La città che sembra un posto di polizia per i tanti Commissari che vanno e vengono per risolvere ben poco, la città con un mega nuovo ospedale dove, pare, le porte non permettevano il passaggio delle barelle, o dove, pare, un reparto si voglia sistemare in quattro o cinque locazioni distanti fra di loro.
La città dove la coalizione vincente ha regalato la maggioranza in Consiglio Comunale al sindaco vincente che, altrimenti avrebbe avuto solo tre consiglieri su trenta e invece ne ha diciotto.
La città dove quasi tutto il PD è diventato renziano e tutto il centro destra ha fatto un giro di valzer, allontanandosi da Berlusconi per tornarci, quanto prima, con una piroetta.
La città capoluogo con una Provincia che non esiste più ma continua a erogare soldi per impianti di videosorveglianza mai entrati in funzione e adesioni all’Arco Latino di cui si spera avere notizie circostanziate dall’ufficio stampa dell’ente.
La città con pagine e pagine di programma elettorale di cui si è visto, finora, più niente che poco.
La città in cui chi prepara la refezione scolastica non ha i requisiti igienico sanitari nel locale di confezionamento, ma li ritrova, dopo poche ore, nel locale attiguo.
La città che ha un mare di debiti che, invece, pare, non ci siano; che ha un mare di bollette non pagate ma così, pare, non sia.
La città dove le sbarre dei passaggi a livello, all’interno del centro abitato, restano alzate quando passa il treno per meglio farlo veder ai bambini.
Mi dicono di fermarmi perché già è tanto.