Rita succede a Rita alla guida di Alba chiara, l’associazione che dal 2002 è la casa di 18 ragazzi con sindrome di Down .
La sindrome di Down, detta anche trisomia 21 è associata ad un ritardo mentale nella capacità cognitiva. Ma aldilà della definizione si tratta inanzitutto di persone con le loro esigenze, i loro problemi ma anche i loro sogni e i loro desideri.
Avere un disabile in famiglia significa scontrarsi con tante difficoltà, riluttanze e pregiudizi, ma l’associazione Alba Chiara e chi ne fa parte affronta tutto questo con caparbietà ed un sorriso, con energia positiva e contagiosa, per accrescere il livello della qualità di vita di questi ragazzi.
Rita Mantello in Rosso, ha vissuto tutto questo in diretta per via della sorella Giovanna, ed è diventata un simbolo della battaglia per una maggiore integrazione, tentando di socializzare il problema delle famiglie per dividere sulla società una parte dei costi e degli aggravi che i familiari di questi soggetti vivono quotidianamente.
L’associazione vive di contributi di privati, e soprattutto del Comune di Ragusa che quest’anno, come negli anni precedenti ha destinato la somma di 18.000,00 euro.
L’assessore Brafa ed il Sindaco Piccitto sono stati molti gentili e solidali con noi – si affretta a dire Rita intervistata dal nostro redattore – e ci hanno consentito di sopravvivere un altro anno ancora. Non so quanto reggeremo ancora. La proprietà dei locali del nostro centro è della Fondazione San Giovanni Battista, che ci chiede di versare un affitto, ma noi non abbiamo veramente niente. Siamo venuti qui perché ci avevano offerto un comodato gratuito, quello che ricaviamo lo spendiamo per pagare le spese vive, il trasporto e qualcosa per gli operatori, che erogano l’assistenza quotidiana.
Certo ad altre associazioni viene dato di più, vuol dire che meritano più di noi. Cercheremo di meritare di più anche noi, di essere meglio di come siamo. Non sappiamo cosa dobbiamo fare per meritare di più, ma di certo non possiamo rivendicare che sia tolto ad altri quello che a noi non viene dato. Vuol dire che deve andare in questo modo.
Per me è l’ultima volta. Abbiamo preparato tanti giovani che nel corso di questi anni ci hanno seguito da vicino come figli, tocca a loro continuare. Per me è diventato un sacrificio che non posso permettermi. Vorrei parlarvi di Donatella Guarnaccia la più coraggiosa e la più brava di tutti, che è diventata la vera anima di questa associazione.
Cosa ti è rimasto della tua esperienza elettorale?
Mi è rimasto ben poco. Mi sono candidata nell’unico partito dove potevo candidarmi per quelle che sono le mie idee e le mie passioni antiche, ma che dire.., mi pare che è rimasto ben poco dello scudo crociato che ho conosciuto da bambina. Ringrazio ancora la gente, veramente tanta, che mi ha dato il voto e che mi è stata vicina, certamente non per la mia persona, umilissima come sempre, ma per quello che rappresentavo in quella particolare circostanza. Ho preso tanti voti in più rispetto a famosi personaggi politici, segno che la gente si sta allontanando dai palazzi e ricerca gente impegnata nel sociale.
Successivamente ho conosciuto Piccitto, che ha l’età dei miei figli, ed è stato carino a non farmi pesare che ero stata candidata in uno schieramento a lui ostile, ma ha compreso la tragedia che noi viviamo tutti i giorni ed i problemi immensi che non sappiamo come risolvere. Ci promesso tanto aiuto. Speriamo bene.
La città di Ragusa è sempre stata solidale con voi…
Sicuramente. Quando abbiamo fatto iniziative di solidarietà come cene o raccolte abbiamo sempre avuto una buona partecipazione. Ci mancano le energie per riproporre nuovi percorsi di solidarietà, ma quest’anno qualcosa la dobbiamo inventare altrimenti non riusciamo a chiudere il bilancio. Impegnatevi anche voi a darci una mano, che ne abbiamo di bisogno.
Rita ci lascia con queste parole per dedicarsi subito ai ragazzi che la chiamano, c’è da aprire un dolce fatto in casa per festeggiare qualcosa di importante. Ti guardano dolci ed incantati, con un sorriso un po’ amaro, ma sincero. Vorremo fare e dire di più. Ci proveremo a farlo con i fatti e con un sostegno sostanziale. Per ora ci limitiamo a dire Forza Rita: i tuoi ragazzi hanno ancora bisogno di te.
La redazione di Giornale ibleo.