Un progetto comune e tanto amore per gli animali: sono questi i presupposti che stanno alla base dell’idea di costituire una sede territoriale dell’ENPA (Ente nazionale protezione animali) a Chiaramonte Gulfi. La costituzione di una sede ENPA a Chiaramonte è ancora tutta in divenire: il delegato cittadino, Giovanni Bertucci e dieci cittadini si sono riuniti ieri sera nei locali della polizia municipale per discutere di questa possibilità.
Cittadini volontari, dunque, che andranno a monitorare, curare e denunciare eventuali abusi subiti dagli animali. Le intenzioni, al momento, ci sono tutte. Ovviamente, però, c’è un iter burocratico da seguire. La costituzione di una sede dell’ ENPA permetterebbe ai soci di relazionarsi con il Comune di appartenenza ed essere dunque attivi in tutto e per tutto sul territorio. L’ENPA, da sempre, tende a responsabilizzare i soci e in questo momento si batte per una miriade di problemi legati sia agli animali che all’ambiente: randagismo, maltrattamento e commercio degli animali, tanto per citare i più noti.
E’ bene precisare che l’ENPA non si occupa soltanto di cani: probabilmente, però, il problema del randagismo è il più sentito nelle nostre città. Giovanni Bertucci, spiega: “I cani devono essere custoditi in strutture adeguate. Lo scopo non è quello di tenerli a vita in un canile, quello è solo un momento, infatti dovrebbero essere reinseriti nell’ambiente o essere adottati. Mettere i cani nel canile e basta non è una soluzione”. L’associazione dovrebbe occuparsi del reinserimento del cane, provvedendo alla sterilizzazione e alla microchippatura. Si verrebbe a creare, dunque, una collaborazione attiva con il Comune: essendo un organismo a tutti gli effetti, infatti, potrebbe presentare progetti e ottenere finanziamenti.
Ma al momento, come viene gestito il problema del randagismo a Chiaramonte? Il comandante della Polizia Locale, Giovanni Catania, spiega: “Fino a due anni fa, c’erano 40 cani da gestire. Oggi, il numero è arrivato a 90. I randagi vengono portati al canile Maia che si trova in contrada Margitella. Nasce, dunque, l’esigenza di diminuire le spese. Attualmente, si spendono 98 mila euro all’anno per sostenere le spese dei cani ricoverati al canile. Una cifra che potrebbe anche salire”. Ma il comandante Catania, però, spiega anche che: “Sono in corso delle trattative con l’associazione ENPA di Bologna per il trasferimento di una grossa quantità di cani destinati all’adozione. Altro aiuto arriva dal rifugio sanitario. Tutto questo ci darà la possibilità di catturare i cani, sterilizzarli e reinserirli nel territorio, abbattendo le spese di degenza del canile”. L’idea, dunque, è quella di abbattere le spese da un lato e di reinserire nel territorio dei cani adeguatamente sterilizzati in tutta sicurezza per i cittadini: “Provare a far convivere gli animali insieme all’uomo nel territorio: scopo dell’associazione è quello di monitorare e curare il benessere degli animali”.