Quando vediamo due carabinieri o due poliziotti fermi ai bordi di una strada, sappiamo che quello è un posto di blocco. Quando vediamo due volanti e quattro agenti delle forze dell’ordine immaginiamo che è successo o sta succedendo qualcosa di serio.
Sappiate, invece, che quando vedrete sei rappresentanti delle guardie zoofile, che confabulano misteriosamente tra loro, stanno semplicemente lavorando, i posti di blocco li fanno così.
Sei personaggi in cerca d’autore, magari dinnanzi ad un supermercato del centro, pronti a sguinzagliarsi in nome del bene comune o del bene del Comune. Tre piantonano l’ingresso del supermercato, magari qualche cane dovesse fuggire dal banco dei surgelati, gli altri tre, a poca distanza, vigilano sui compari, chissà cosa mai potrebbe capitargli.
Ti vedono, ti placcano, ti chiedono i documenti, non si presentano, non mostrano tesserini, sono certi del fatto loro. Hanno il piglio di chi fa rispettare le regole. Sono alla ricerca dei microchip.
A nulla vale il fatto che hai da poco adottato quel cagnolino, che lo hai trovato per strada in fin di vita, che un veterinario lo sta curando, che a breve farà una operazione, che gli hai dato un tetto dove vivere, a loro non interessa. Loro cercano il microchip, adesso.
Nella vita esistono delle priorità e nella vita di un ex randagio pure, magari prima di impiantare un microchip ci sono delle cose più urganti da fare. No, le guardie zoofile sono ligie al dovere, hanno avuto ordine dal sindaco Piccitto in persona di fare tabula rasa, nessuna elasticità mentale, non gliel’hanno fornita al corso. La loro unica regola è tolleranza zero.
E’ vero, il microchip non il cane non c’è l’ha. Sono un evasore e perciò ne subisco le conseguenze. Mi fanno la multa. E qui si arriva al paradosso.
20 minuti per scrivere il verbale, in tre. Uno scrive, uno guarda incuriosito e l’altro tiene la lampadina, infatti è buio, sono le otto di sera, inizio a capire perché i controlli li fanno in sei.
Mentre aspetti che riescano a barrare tutte le caselle del pre-stampato, gli chiedi come mai non si occupano dei canili abusivi, tipo quello nel quartiere Carmine, nella vallata, dove sei cani sono costretti a vivere in un recinto di tre metri quadri, glielo dici così, un po’ per chiacchierare un po’ per segnalargli una situazione a limite, e loro? Con un candore sconvolgente, ti rispondono che stanno girando, per esempio, quel giorno avevano girato l’intera mattinata e l’interno pomeriggio. Bravi, verrebbe da dire. Ma la sorpresa è la multa. 155 euro. Il Comune ha proprio bisogno di soldi.
Se passi con il rosso la sanzione è di 155 euro, se guidi senza patente la sanzione è di 155 euro, se in città superi il limite di 24 chilometri orari, la sanzione è un po’ più salata, 168 euro. Quindi, per le guardie zoofile e per il sindaco è assolutamente la stessa cosa mettere a rischio la vita di un essere umano o mettere il chip al cane. Bene, non vi lamentate però se qualcuno vi fa notare o ha l’ardire di pensare che il Comune è alla disperata ricerca di soldi